lunedì 1 settembre 2008
PESTICIDI, RESPONSABILI DELLA MORIA DI API
Se l´ape scomparisse dalla faccia della terra – diceva Albert Einstein - all´uomo non resterebbero che quattro anni di vita», una profezia che si tinge di inquietudine, visto che la moria delle api è diventata un problema mondiale, che riguarda da vicino l’agricoltura e la biodiversità, per l’indispensabile opera di impollinazione svolta da questi insetti. Il fenomeno è presente anche in Italia, uno dei maggiori produttori di miele di qualità del Pianeta, dove lo scorso anno sarebbero morte tra il 30 e il 50% delle popolazioni degli alveari, una cifra da estendere anche al resto dell’apicoltura europea. Negli Usa la situazione è ancora più drammatica ed è stato coniato un acronimo apposta per definirla:Ccd (Colony Collapse Disorder), in alcuni territori dell’America gli alveari sono stati devastati, con mortalità del 60 70%
Moria api, Celli: non è colpa dei telefonini, sono i pesticidi
“Escluderei che la moria di api dipenda dalle onde elettromagnetiche.
Sono invece sicuramente i pesticidi neonicotinoidi a base di imidacloprid, come il Gaucho della Bayer, la causa principale della scomparsa di api che sta avvenendo in tutta Europa e negli Stati Uniti”.
Lo ha dichiarato al VELINO Giorgio Celli, docente nell’Istituto di entomologia agraria Guido Grandi presso l’Università di Bologna e coordinatore del gruppo di ricerca sulle alternative ai pesticidi in agricoltura, nel commentare il recente studio tedesco condotto dall’Università di Landau citato nei giorni scorsi dalla Stampa, dal Corriere della Sera e dal Messaggero.
Il coordinatore del progetto di ricerca, Jochen Kuhn, aveva sostenuto la possibilità di una correlazione tra l’abbandono degli alveari e la presenza di terminali mobili nella zona. Secondo la ricerca tedesca le onde elettromagnetiche dei telefonini farebbero infatti perdere l’orientamento dei preziosi insetti rendendoli incapaci di fare ritorno in alveare.
“La teoria è plausibile – ha aggiunto Celli – perché da tempo sappiamo che le api e molti altri insetti percepiscono il magnetismo terrestre e sono quindi sensibili alle onde elettromagnetiche. Ma sono certamente i neonicotinoidi la causa principale. È possibile poi che le onde elettromagnetiche possano in qualche modo contribuire, ma solo marginalmente".
In Francia, dove questi pesticidi sono stati sospesi da tempo, ha proseguito Celli, “ho visto con i miei occhi l’effetto che essi provocano sul comportamento delle api, quindi so quello che dico. Quanto alla posizione assunta da Silvio Borrello, direttore generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero della Sanità, è stata così liquidata da Celli: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
Oggetto della chiosa del coordinatore del gruppo di ricerca sulle alternative ai pesticidi in agricoltura è una dichiarazione di Borrello al VELINO: “A noi non risulta alcuna domanda di sospensione cautelativa dell’imidacloprid e nessuna ricerca è in corso sulla moria di api. Noi non abbiamo mai ricevuto alcuno studio pubblico e privato a riguardo”.
Sulla stessa lunghezza d'onda di Celli è Claudio Porrini, ricercatore presso la facoltà di entomologia agraria all’Università di Bologna, che ha lodato l'iniziativa promessa da Maurizio Desantis, dirigente dell’ufficio qualità prodotti agroalimentari divisione fitosanitaria, fertilizzanti e delle sementi del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), a proposito dell'impegno a reperire i fondi per avviare una sperimentazione pubblica sui coinvolgimenti nella moria crescente di api di sostanze pesticide come l’imidacloprid della Bayer.
“A seguito di una riunione avvenuta il 25 luglio 2006 - aveva detto al VELINO Desantis - l’Istituto nazionale di apicoltura avanzò una proposta di sperimentazione che allo stato attuale è ancora in fase di programmazione. Sono i ministeri che devono farsi carico di eventuali ricerche necessarie a garantire la salute dell’uomo e dell’ambiente nel quale esso vive e non le case farmaceutiche o i privati”. Inoltre Desantis aveva dichiarato di voler inviare "quanto prima" una lettera direttamente al ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, "e una scheda riepilogativa al direttore generale del ministero per reperire i fondi necessari all’avviamento di questa sperimentazione”.
Porrini, che attualmente sta conducendo una ricerca finanziata proprio dalla Bayer sull’effetto che ha sulle api l’imidacloprid, principio attivo del Gaucho, il conciante delle sementi ritenuto fra i maggiori responsabili della moria di api, ha dichiarato al VELINO: “Sono molto felice di questa presa di posizione da parte del Mipaaf. Nonostante stia conducendo una ricerca in collaborazione con la Bayer sono un fautore delle ricerche pubbliche rispetto a quelle private. Si evita in questo modo il timore di un possibile condizionamento dei ricercatori da parte della casa farmaceutica che in alcuni casi può essere molto facile. Mi trovo perfettamente d’accordo con Desantis.
Alla riunione che si tenne a Strasburgo il 25 luglio del 2006 il nostro referente era Mainolfi, il predecessore di Desantis. In assenza di una causa unica e definita – ha proseguito il ricercatore – bisognerebbe procedere alla limitazione delle concause che possono danneggiare il mondo delle api”.
In Francia la sospensione cautelativa dell’imidacloprid è stata approvata già nel 2002. Nel 2004 c’è stata un’interrogazione parlamentare che chiedeva la sospensione cautelativa anche in Italia e molti istituti di ricerca e associazioni apistiche avevano inviato senza alcun esito richieste di sospensione al Mipaaf e al ministero della Sanità.
“È la strategia della Bayer quella di portare il più possibile per le lunghe queste sospensioni. La casa farmaceutica infatti ha già introdotto sul mercato il Poncho, un conciante per le sementi che molto probabilmente sostituirà il Gaucho. Sono già coperti, ora la sospensione del Gaucho non li preoccupa più” ha affermato Porrini. La ricerca finanziata dalla casa farmaceutica che il ricercatore sta conducendo sull’imidacloprid insieme ad altri colleghi dell’Università di Bologna è ancora in fase di svolgimento.
“I primi di maggio abbiamo un incontro con i dirigenti della Bayer per discutere sullo stato di avanzamento della ricerca sull’imidacloprid. Stiamo ancora lavorando sull’implicazione di questa sostanza ma escluderei – ha concluso Porrini – il coinvolgimento dei campi magnetici. Ho seri dubbi riguardo a quanto emerso dallo studio tedesco condotto dall’Università di Landau che rileva effetti negativi sulle api delle onde magnetiche generate dai telefonini.
La moria di api si è acutizzata negli ultimi anni mentre i campi magnetici esistono già da tempo. Ricordo una vecchia ricerca condotta molti anni fa che non aveva rilevato un coinvolgimento diretto dei campi magnetici sul mancato orientamento dei preziosi insetti. In ogni caso approfondirò la questione”. roma 17 aprile
http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=342620
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