giovedì 30 ottobre 2008

ACQUA CLORO E DISINFORMAZIONE...

Il cloro contenuto nell'acqua,se combinato con altre sostanze,risulta una bomba cancerogena...




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La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva. — Albert Einstein

lunedì 27 ottobre 2008

PELLICCE DI CANI E GATTI ANCHE IN ITALIA !

vedere per credere...lo conferma il DNA sul pelo...



PELLICCE DI CANI E DI GATTI
La pelliccia di cani e di gatti viene utilizzata per realizzare, portachiavi, peluches, cappelli, interni di scarpeInserti per guanti, colli , fodere di cappotti e giacche! Statuette ricoperte di pelliccia possono essere create con parti di pelli di diversi animali, circa 10 cani servono a confezionare linterno di un cappotto, ovviamente ne servono di più se sono cuccioli, mentre occorrono circa 30 gatti per confezionare un cappotto di pelliccia! Ogni anno in Cina due milioni di cani e gatti, detenuti in condizioni spaventose, vengono uccisi per la loro pelliccia. Alcuni sono randagi, altri vengono appositamente allevati: per tutti la morte è cruenta.

Le vittime sacrificali alla vanità dellessere umano, pastori tedeschi, chow chow, meticci, gatti, vengono rinchiusi in gabbie di ferro, e poi sgozzati per le strade, appesi ad un cappio metallico e scuoiati dallinguine, storditi e uccisi da colpi di bastone sul cranio, lasciati a dissanguare per non rovinare la pelliccia. E se il cane o il gatto si dimena per il dolore? Il cappio intorno al collo lacera la pelle, così che lanimale muoia tra atroci sofferenze.

In Italia l'allevamento e la concia di pelli di cane e di gatto è illegale. Dal 2001 è illegale anche l'importazione. Ma fate ATTENZIONE perché pseudonimi e nomi di fantasia sulle etichette, nascondono la provenienza delle pelli agli ignari consumatori!

Vi forniamo un elenco di etichette per poter riconoscere una pelliccia di Cane o di Gatto. Non siamo daccordo con lacquisto di qualsiasi tipo di pelliccia, la pelliccia appartiene a chi è nato con questa, ed è davvero eleganza indossare un animale morto sul corpo? Vi elenchiamo queste etichette, perché, dato il basso costo, alcuni confondono queste pellicce con pellicce sintetiche, purtroppo, le esperienze personali mi hanno portata a conoscere anche questo problema non tutti distinguono una vera pelliccia da una sintetica, anche perché a volte è il venditore a confondere un po le idee.
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La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva. — Albert Einstein

giovedì 23 ottobre 2008

ACIDO LATTICO E CERVELLO




Mentre il mondo intero è tutto impegnato a trovare l'energia alternativa all'inquinante combustibile fossile, il cervello ha bruciato tutti sul tempo.
Quando, infatti, il nostro organo si trova sotto sforzo e in carenzadi glucosio utilizza come combustibile l'acido lattico. Questo spiegherebbe il motivo per cui il cervello è in grado di funzionare correttamente anche quando il corpo necessita di ossigeno e di glucosio. Almeno questo è quanto emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Copenaghen (Danimarca) e dell'Università diAmsterdam (Paesi Bassi), e pubblicato sulla rivista Faseb Journal.

Perarrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno osservato lo scorrere del sangue al e dal cervello di un gruppo di volontari sottoposti a esercizi fisici faticosi. Ebbene, sono riusciti a scoprire che il sangue, nella sua corsa verso il cervello, ha un contenuto significativamente elevato di acido lattico.
Ulteriori analisi hanno poi dimostrato che il cervello non immagazzinava tutto questo acido lattico ma lo utilizzava come fonte energetica alternativa al glucosio. In pratica, il cervello ha riservato il glucosio solo come rifornimento di combustibile per i muscoli sottoposti al duro esercizio fisico. “Ora che sappiamo che il cervello può contare sull'acido lattico, gli studi futuri potrebbero scoprire come il lattato (l'acido lattico) possa essere utilizzato come parte di un trattamento”, ha detto Gerald Weissmann,caporedattore della rivista.
Data articolo: ottobre 2008
Fonte: salute.agi.it

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lunedì 20 ottobre 2008

CARLO PETRINI - SLOW FOOD - CHETEMPOCHEFA

SLOW FOOD

Fondata da Carlo Petrini nel 1986, Slow Food è diventata nel 1989 una associazione internazionale. Nata a Bra, oggi conta 86 000 iscritti, con sedi in Italia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Francia, Giappone, Regno Unito (in ordine di costituzione) e aderenti in 130 Paesi.
Da un'idea di Slow Food è nata Terra Madre, il meeting mondiale tra le Comunità del Cibo, che giungerà nell'ottobre 2008 alla sua terza edizione.
Slow Food significa dare la giusta importanza al piacere legato al cibo, imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi delle stagioni e del convivio.
Slow Food afferma la necessità dell'educazione del gusto come migliore difesa contro la cattiva qualità e le frodi e come strada maestra contro l'omologazione dei nostri pasti; opera per la salvaguardia delle cucine locali, delle produzioni tradizionali, delle specie vegetali e animali a rischio di estinzione; sostiene un nuovo modello di agricoltura, meno intensivo e più pulito. Slow Food, attraverso progetti (Presìdi), pubblicazioni (Slow Food Editore), eventi (Terra Madre) e manifestazioni (Salone del Gusto, Cheese, Slow Fish) difende la biodiversità e i diritti dei popoli alla sovranità alimentare.

La rete degli 86 000 associati di Slow Food è suddivisa in sedi locali - dette Condotte in Italia e Convivium nel mondo, coordinate da un Convivium leader - che si occupano di organizzare corsi, degustazioni, cene, viaggi, di promuovere a livello locale le campagne lanciate dall'associazione, di attivare progetti diffusi come gli orti scolastici e di partecipare ai grandi eventi organizzati da Slow Food a livello internazionale.

Sono attivi più di 1000 Convivium Slow Food in 130 Paesi, comprese le 410 Condotte in Italia.

venerdì 17 ottobre 2008

ATTENZIONE AI TAPPETINI PER BAMBINI ! FATE GIRARE

La Cina colpisce ancora: i tappetini puzzle per bambini, tutti provenienti dalla Cina, sono pericolosi!


giovedì 16 ottobre 2008

VOYAGER - GUSTAVO ADOLFO ROL



Torino: città tra il bene e il male...guardiamo il bene se possibile.
Gustavo Adolfo Rol, un grande spiritualista.





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IL CORAGGIO DELLE PAROLE AL SERVIZIO DELLA VERITA'





Un bellissimo ritratto di Roberto Saviano a BLOB.




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mercoledì 15 ottobre 2008

E' NATO PER SALVARE IL FRATELLO

Spagna: è nato il primo bambino selezionato geneticamente per aiutare il fratello talassemico.
Il governo socialista spagnolo ha autorizzato, in casi eccezionali, le tecniche di selezione sugli embrioni a fini terapeutici prima dell'impianto, ossia per salvare la vita a un fratello o una sorella malati.
In questo modo, le famiglie con un figlio malato possono concepire un altro figlio sano grazie al quale il primo potra' essere curato, o salvato.

Tali tecniche sono tuttavia autorizzate in casi limitati ed eccezionali.
La legge spagnola consentiva di selezionare, tra gli embrioni da impiantare, quelli sani, al fine di garantire che i bambini nati fossero sani ma questa legge ha un' ulteriore caratteristica: gli embrioni impiantati dovranno essere anche compatibili con fratello o la sorella malati.



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martedì 14 ottobre 2008

LE MUCCHE VANNO A METANO

Le centrali energetiche, le miniere di carbone e persino le piantagioni di riso generano metano, ma ben un quinto di tutte le emissioni in qualche modo generate dall'uomo hanno origine nelle fattorie.
Certo, i Suv sono inquinanti, ma sapete cos'altro lo è? Le flatulenze delle mucche! Sì, il metano contenuto nelle flatulenze delle mucche contribuisce per il 5% all'inquinamento globale dato dai gas, dato che il metano è 22 volte più potente nel trattenere il calore nell'atmosfera rispetto all'anidride carbonica. Per ogni litro di latte prodotto, vengono emessi 35 litri di gas metano. E non per il trasporto o la trasformazione industriale, ma a causa della masticazione continua delle mucche. Alcuni scienziati inglesi hanno calcolato che ogni mucca, infatti, ruminando ed eruttando, durante una giornata produce 500 litri di metano. Contribuendo così, solo in Gran Bretagna, all'aumento dell'emissione dei gas serra del 3 per cento.
I ricercatori affermano che il problema è il cibo, che per essere triturato a dovere deve essere masticato dalle mucche in continuazione. La soluzione, quindi, potrebbe essere quella di cambiare le abitudini alimentari del bestiame, oppure somministrare loro sostanze che possano ovviare al problema. Per questo sono allo studio composti a base di aglio o di microrganismi, in grado di contrastare l"effetto metano". Certo l'alito poi non sarà dei migliori, ma riducendo l'inquinamento prodotto dalle sue mucche, secondo le stime degli esperti, il Regno Unito potrà rispettare parte degli impegni presi con il protocollo di Kyoto.
Diventa vegetariano..aiuta il pianeta!




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TATAMI: INTERVISTA A DAN MATHEWS , FONDATORE DEL PETA E PROVOCATORE A TEMPO PIENO










Dan Mathews, fondatore del Peta e provocatore a tempo pieno

Ebreo, gay, vegetariano, pacifista, figlio di ragazza single di idee libertarie. La vita può essere dura quando si parte così in minoranza. Specialmente negli anni della scuola, quando si affrontano tutti gli altri. E per come la racconta lui è stata dura, almeno fino a un certo punto. Poi, come in un film Disney, i sogni del bambino sono diventati il lavoro di uno degli uomini più influenti del pianeta. Presente il sangue spruzzato addosso alle signore in pelliccia? Lui. Quelle grandi adunate di uomini e donne che si sdraiano nudi a Manhattan? Lui. Quello che irrompe vestito da prete alle sfilate di moda milanesi? Sempre lui. Quello che si veste da carota, da coniglio, che organizza lotte di cuscini che coinvolgono migliaia di persone e finisce spesso in galera o qualche volta allospedale psichiatrico, quando non viene preso di mira con lanci di salsicce nel profondo Midwest? Lui, Dan Mathews, fondatore del Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), una delle lobby animaliste che più hanno inciso sulla consapevolezza dellopinione pubblica sui diritti degli animali.
Ha cominciato da piccolo, quando ha sentito una compassione che gli bruciava lo stomaco per un pesce lasciato morire su un molo con lultima immagine di un gruppo di uomini che rideva. Ha raccolto animali randagi, è sopravvissuto in un mondo che non sapeva che farsene di una sensibilità troppo sviluppata. Ha trovato altri che la pensavano come lui. Ha capito che su questo pianeta la pubblicità per una causa te la guadagni con mezzi a metà strada tra lo scioccante e il ridicolo.
E' incluso nella lista delle 100 persone più influenti del mondo. In 2007, Out Magazine's lo ha collocato al trentasettesimo posto tra le 50 persone più influenti d'America.

E' uscita la sua autobiografia: " Committed , autobiografia di un guastafeste "(tr. it. C. Veltri, Arcana, 16,50 euro). (D. Olivero)


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— Albert Einstein

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domenica 12 ottobre 2008

UN UOVO AL GIORNO NON TOGLIE IL MEDICO DI TORNO



Alti consumi di uova aumentano il rischio di morte del 25%.

Due nuovi studi, pubblicati a inizio 2008 sulle riviste scientifiche American Journal of Clinical Nutrition, e Circulation confermano quanto sia dannoso il consumo di uova.

Si tratta di studi prospettici condotti su oltre 20 mila partecipanti di sesso maschile seguiti per un periodo di 20 anni (Physicians' Health Study I, dell'Harvard Medical School di Boston), i quali hanno evidenziato che il consumo di 1 o più uova al giorno aumenta il rischio di morte di circa il 25% in confronto a chi consuma meno di un uovo alla settimana.

L'entità del rischio raddoppia nei diabetici. Anche il rischio di insufficienza cardiaca è risultato superiore del 28% nei soggetti che consumano 1 uovo al giorno e ben del 64% in chi consuma 2 o più uova al giorno, sempre in confronto a un consumo inferiore a 1 uovo alla settimana.

Fonti:

Djoussé L, Gaziano JM., Egg consumption in relation to cardiovascular disease and mortality: the Physicians' Health Study. Am J Clin Nutr. 2008 Apr;87(4):964-9.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18400720

Djoussé L, Gaziano JM. Egg consumption and risk of heart failure in the Physicians' Health Study, Circulation. 2008 Jan 29;117(4):512-6. Epub 2008 Jan 14.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18195171


Societa' Scientifica di Nutrizione Vegetariana

venerdì 10 ottobre 2008

OPERAZIONE PETTIROSSO

Pettirosso è un uccellino conosciutissimo di piccole dimensioni (circa 135 mm.) diffuso in tutta Europa, in Italia lo si vede e lo si sente spesso in inverno nei giardini, nei parchi ed in campagna, mentre rovista tra le foglie secche e i muschi in cerca di piccoli insetti. Non ha timore dell’uomo e accetta volentieri piccole mollichelle di pane, in campagna molte volte segue il contadino ,che vangando il terreno porta allo scoperto piccoli insetti.. La femmina ha il colore rosso del petto più pallido, i maschi sono territoriali e attaccano altri maschi se questi invadono il loro spazio vitale. Il nido viene costruito a terra ben nascosto tra un ciuffo d’erba o sotto un ceppo d’albero, vengono deposte 3-5 uova finemente punteggiate di rossastro la cova dura 12-15 giorni, i piccoli s’involano dopo 13-15 giorni.

Questo uccellino rotondetto, dai grandi occhioni, contrariamente alle apparenze è litigioso e prepotente. Il suo canto melodioso venne imitato da Chopin nel tema principale della “Grande polonaise brillànte” e da ciò è invalsa l'abitudine di chiamare il Pettirosso “Chopin dell'aria” mentre più giusto sarebbe stato forse chiamare il famoso musicista “Pettirosso di Varsavia”.

Una gentile leggenda, fra le tante fiorite su questo grazioso pennuto, attribuisce il colore del suo petto a una goccia del sangue di Cristo, cui il Pettirosso avrebbe cercato di alleviare le sofferenze sforzandosi di strappare le spine della corona.

Raggiunge un peso massimo di 16 grammi.

E' un uccello dalla vivacità inesauribile. Sul terreno si muove con una rapida successione di lunghi balzi, in posizione quasi curvata per un passo o due, poi si arresta in atteggiamento eretto, facendo vibrare talvolta ali e coda. Se incuriosito o eccitato, inclina rapidamente il corpo da lato a lato, movendo ali e coda. Il volo è solitamente lento e breve.

Il canto è semplice e cristallino ed è particolarmente melodioso all’epoca degli amori. Emette un tie ripetuto e persistente, un tsip o ts'ssp debole, un tsii sottile e lamentoso. Se eccitato, emette un iss simile al suono prodotto da un gatto irritato; canta anche la femmina.

Il Pettirosso è diffuso in tutta Europa sino al circolo polare artico e dall'Atlantico agli Urali; alcune sottospecie dimorano nell'Asia Minore, nelle Canarie e nell'Iran. In Italia è stanziale ovunque.

In Campania è presente sia nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano che in quello del Vesuvio.

I boschi di conifere e i boschi cedui costituiscono il suo habitat nei mesi estivi, habitat che viene abbandonato in autunno per la ricerca di cibo nelle pianure e nei giardini presso l'abitato, dove spesso il pettirosso s'inoltra spinto dalla sua insaziabile curiosità, lesto però a sfuggire l'uomo di cui non gradisce la presenza.

Le specie nordiche sono più frequentemente migratrici e si spostano nelle ore notturne.

http://digilander.libero.it/verdecammina/pettirosso.htm#





giovedì 9 ottobre 2008

ACQUA: IL DECLINO DELL'ORO BLU



Al ritmo attuale, oltre la metà della popolazione mondiale non avrà accesso all'acqua potabile entro i prossimi venti anni. Ma già oggi il 30 per cento di essa vive in condizioni di scarsità idrica. Dati allarmanti, che fanno pensare a quella profezia secondo la quale, nel terzo millennio, le guerre si combatteranno per l’acqua, e non per il petrolio.

Lo ha annunciato a Tokyo il vicepresidente del World Water Council delle Nazioni Unite, William Cosgrove, nel corso di una conferenza stampa.«Attualmente», ha spiegato Cosgrove, «il 30 per cento della popolazione mondiale vive in condizioni di scarsità di acqua. Se si va avanti a questo ritmo di consumi questa crisi riguarderà nel 2025 almeno la metà della popolazione umana e questo non è sostenibile». Il World Water Council ha organizzato il terzo Forum mondiale dell'acqua che si terrà a Kyoto (Giappone) dal 16 al 23 marzo e dovrà accogliere oltre diecimila delegati tra cui 150 ministri e numerosi capi di stato. Secondo Cosgrove il Forum dovrà segnare il passaggio «dalla discussione alla definizione di un piano d'azione concreto», accompagnato da misure di finanziamento. E quanto si aspettano in molti, in occasione di quello che è stato dichiarato anno internazionale dell'acqua.

La classifica delle risorse idriche

I numeri della crisi sono contenuti in un rapporto dell'Unesco, pubblicato proprio in occasione del forum mondiale e presentato da Gordon Young, direttore del World Water Assessment Programme. Secondo l'Unesco, nei prossimi 20 anni la quantità di acqua a disposizione di ogni persona si ridurrà del 33 per cento. «Ma già oggi il 20 per cento della popolazione mondiale non ha accesso all'acqua potabile, mentre per il 40 per cento non c'è acqua a sufficienza per le pratiche igieniche e le fognature», spiega Young.
La quantità di risorse idriche pro capite è drammaticamente calata a partire dagli anni Settanta e sta continuando a declinare. Ogni anno 2 milioni e 200 mila persone muoiono a causa di malattie legate alla scarsa igiene dell'acqua. Nel 2050, la scarsità di acqua colpirà tra i 2 e i 7 miliardi di persone, su un totale di oltre 9 miliardi.

L'Unesco presenta anche una classifica di 122 paesi sulla base della capacità di fornire le risorse idriche. A sorpresa il peggiore risulta essere il Belgio, dove la scarsa quantità e la poca qualità delle acque di falda è combinata con forti tassi di inquinamento e con un pessimo trattamento delle acque di scarico. Al top della classifica ci sono invece paesi come la Finlandia, la Nuova Zelanda, il Canada, la Gran Bretagna e il Giappone. La ricerca evidenzia anche forti disparità nelle disponibilità idriche tra stato e stato. Un cittadino del Kuwait ha a disposizione circa 10 metri cubi di acqua per persona all'anno, mentre uno della Guyana francese oltre 821.

Poca acqua rischia di scatenare conflitti
I costi della crisi idrica che si profila saranno particolarmente alti, soprattutto per i paesi del Terzo Mondo. Gli stessi cambiamenti climatici dovrebbero incidere negativamente, con l'accelerazione del ciclo idrico che potrebbe comportare - in poche parole - un aumento degli episodi di inondazione da una parte e la crescita della siccità dall'altra. Previsioni già rese evidenti dalle statistiche. Dal 1971 al 1995, le inondazioni hanno colpito un miliardo e mezzo di persone, 81 milioni delle quali sono state trasformate in senzatetto e 318 mila uccise.
È aumentata anche la frequenza di questi disastri. Negli anni Cinquanta erano state sei, sette negli anni Sessanta, otto negli anni Settanta, 18 negli anni Ottanta e 26 negli anni Novanta. Anche la siccità è sempre più diffusa: tra il 1992 e il 2001, circa il 45 per cento delle morti causate dai disastri naturali dipende dalla siccità e dalle conseguenti carestie.

C'è poi il capitolo delle "guerre dell'acqua". Secondo un rapporto scritto da Clare Short del British International Development Secretary e pubblicato dall'Institute for Public Policy Research, la crisi idrica potrebbe scatenare nei prossimi anni molti conflitti: «Se due terzi della popolazione mondiale vivrà nel 2025 in paesi che avranno problemi nell'approvvigionamento di acqua potabile e se non si pone sufficiente attenzione al problema dell'equo accesso all'acqua, questa situazione rischia di diventare esplosiva», ha detto la Short. Un'area che sembra essere particolarmente problematica è quella dell'Eufrate e del Tigri tra Siria e Turchia.

Bisogna cercare in profondità
Così i ricercatori stanno cercando di trovare nuove fonti per questa preziosa sostanza. In particolare l'attenzione si sta concentrando sugli acquiferi ad alta profondità, alcuni dei quali possono contenere acqua vecchia di milioni di anni. Recenti tentativi di disegnare una mappa di questa risorsa, suggeriscono che gli acquiferi potrebbero nascondere acqua sufficiente a sostenere la vita di miliardi di persone per secoli. Ci sono però alcuni problemi. Anzitutto si sa poco dell'impatto ambientale che il pompaggio di quest'acqua potrebbe avere, soprattutto perché, un po' come i giacimenti di petrolio, potrebbero essere fonti esauribili. Poi non ci sono norme internazionali che ne regolino lo sfruttamento. E molte di queste falde di profondità sono divise tra più paesi.
Però, come ricorda Sandra Postel - direttore del Global Water Policy Project - lo sfruttamento che facciamo oggi dell'acqua potabile di laghi e fiumi non è sostenibile nel lungo periodo. E uno dei modi per trovare più acqua è proprio andare nel sottosuolo dove, alla profondità di sette-ottocento metri c'è molta acqua, circa cento volte di più di quella che si trova in superficie. Acqua che, secondo Alice Aureli, a capo dell'United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization's Transboundary Aquifer Project è di qualità superiore a quella di laghi e fiumi.
IVANO BOLLITORE



«NEL 1995 ISMAIL SERAGELDIN, vicepresidente della Banca mondiale, fece una previsione sulle guerre del futuro che ha avuto grande risonanza: «Se le guerre del Ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del Ventunesimo avranno come oggetto del contendere l'acqua».
Molti segnali fanno pensare che Serageldin abbia ragione. Le prime pagine di quotidiani, riviste e pubblicazioni accademiche parlano di insufficienza idrica in Israele, India, Cina, Bolivia, Canada, Messico, Ghana e Stati Uniti. Il 16 aprile 2001 il New York Times apriva con un articolo sulla scarsità idrica in Texas. Come Serageldin, il quotidiano annunciava: «Per il Texas, oggi, l'oro liquido è l'acqua, non il petrolio».
Se è vero che il New York Times e Serageldin hanno ragione sull'importanza dell'acqua nei conflitti di domani, è anche vero che le guerre dell'acqua non sono un'eventualità futura. Ne siamo già circondati, anche se non sempre sono immediatamente riconoscibili come tali».

Questa citazione dal nuovo libro di Vandana Shiva, una nota scienziata e ambientalista indiana, introduce una delle realtà più misconosciute del pianeta. Abituati a pensare che la crisi idrica, e i conflitti che quasi inevitabilmente ne deriveranno, siano una eventualità futura, non siamo in grado di riconoscere quanto il problema dell'accesso all'acqua - la vera risorsa "vitale", visto che senza di essa non sarebbe stata possibile la vita su questo pianeta - sia attuale.
E con esso i conflitti armati. Sono al tempo stesso guerre di paradigmi - conflitti su come percepiamo e viviamo l'esperienza dell'acqua - e guerre tradizionali combattute con armi da fuoco e granate, sostiene la Shiva. Secondo la quale questi scontri fra culture dell'acqua si stanno verificando in ogni società.
«Guerre paradigmatiche sull'acqua», scrive la scienziata indiana, «sono in corso in ogni società, in Oriente come in Occidente, a Nord come a Sud. In questo senso quelle dell'acqua sono guerre globali, in cui culture ed ecosistemi diversi, accomunati dall'etica universale dell'acqua come necessità ecologica, sono contrapposti a una cultura imprenditoriale fatta di privatizzazione, avidità e appropriazione di quel bene comune. Su un fronte di queste contese ecologiche, di queste guerre paradigmatiche, si trovano milioni di specie e miliardi di persone che chiedono quel minimo di acqua necessaria al sostentamento.

Sul fronte opposto c'è una manciata di imprese globali, dominate da Suez Lyonnaise des Eaux, Vivendi Environment e Bechtel, e sostenute da istituzioni globali quali la Banca mondiale, la World Trade Organization (Wto), il Fondo monetario internazionale (Fmi) e i governi del G7».

Accanto a queste guerre di paradigma ci sono le guerre vere e proprie, conflitti per l'acqua che si combattono a livello regionale, o all'interno dello stesso paese o della stessa comunità: «Che si tratti del Punjab o della Palestina, spesso la violenza politica nasce dalla contesa sulle scarse ma vitali risorse idriche. In alcuni conflitti il ruolo dell'acqua è esplicito, come nel caso della Siria e della Turchia, dell'Egitto e dell'Etiopia. Ma molti conflitti politici sulle risorse sono celati o repressi. Chi controlla il potere preferisce far passare le guerre dell'acqua per conflitti etnici e religiosi». Si tratta di coperture facili perché le regioni lungo i fiumi sono abitate da società pluralistiche che presentano una grande diversificazione di etnie, lingue e usanze. Per esempio, nel Punjab una delle ragioni del conflitto che negli anni Ottanta ha provocato oltre quindicimila morti è stata il continuo disaccordo sulla spartizione delle acque del fiume. Poi gli eccidi e gli scontri sono stati attribuiti alla rivolta sikh. «Queste rappresentazioni fuorvianti delle guerre», sostiene la Shiva, «svuotano di energia politica la ricerca di soluzioni eque e sostenibili ....

http://www.mail-archive.com/economia@peacelink.it/msg00453.html

mercoledì 8 ottobre 2008

STEFANO BORGONOVO : UN' ALTRO CALCIATORE AFFETTO DA SLA

E' il giorno di Stefano. L’ex attaccante della Fiorentina è arrivato ieri all’aeroporto di Firenze e stasera sarà il protagonista della partita ‘Tutti per Stefano Borgonovo’, che vedrà di fronte le sue due ex squadre, Fiorentina e Milan, con i vecchi compagni e i giocatori di oggi. Un evento organizzato dalla Fondazione che porta il suo nome, e che servirà per raccogliere fondi in favore della ricerca contro la Sla.



Recenti e numerosi casi di ex-calciatori colpiti dal dal morbo di Lou-Gehrig hanno alimentato dubbi e timori ... L'articolo proposto mi sembra molto esauriente,

I fatti
Cosa è la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o malattia di Lou-Gehrig?
La sclerosi laterale amiotrofica o malattia di Lou-Gehrig è una malattia neurodegenerativa che provoca la progressiva distruzione dei motoneuroni presenti nella corteccia motoria e nelle corna anteriori del midollo spinale; queste cellule nervose trasmettono i comandi per il movimento dal cervello ai muscoli e quando, per il progredire della malattia, non sono più in grado di inviare i propri comandi, i muscoli volontari vanno incontro ad una progressiva atrofia e paralisi.
L’incidenza della malattia nella popolazione generale è di 0,6-2,6 nuovi casi per 100.000 abitanti/anno.
I valori di incidenza/prevalenza in Italia sono i più elevati dei paesi occidentali, con 1,7 casi per 100.000 abitanti/anno: circa 800 nuovi malati ogni anno. Tuttavia due sono le zone del mondo particolarmente colpite: l’isola di Guam, nel Pacifico, e la penisola di Kii, nel Giappone; probabilmente in relazione a fattori ambientali, quali le abitudini alimentari.
La SLA colpisce prevalentemente gli adulti, con maggiore incidenza nella fascia d’età compresa tra i 50 e i 70 anni, di entrambi i sessi (con lieve prevalenza nel sesso maschile).
Nella maggioranza dei casi si tratta di una malattia sporadica, che può colpire chiunque; solo nel 10% dei casi viene trasmessa geneticamente (SLA familiare), per lo più con modalità autosomica dominante (SLA familiare di tipo 1). Nelle forme familiari la patologia si manifesta precocemente e presenta un’evoluzione piuttosto rapida.
L’esordio della malattia è generalmente subdolo; il malato riferisce astenia e affaticamento muscolare. Talora presenta crampi, strane cadute a terra e/o difficoltà a tenere in mano gli oggetti, segni e sintomi aspecifici di un male che porta inevitabilmente all’exitus nel giro di circa 3 anni. Con il progredire della malattia sempre più muscoli vengono interessati fino alla paralisi completa degli arti, alla difficoltà o impossibilità a masticare, deglutire, parlare. Normalmente sono risparmiate le funzioni vescicali e sessuali.
Nelle fasi molto avanzate della malattia si rendono necessari presidi medico-chirurgici per rendere possibili l’alimentazione e la respirazione. Più dell’80% dei soggetti affetti muoiono per un disturbo respiratorio, aggravato da superinfezione bronchiale.
La SLA è una malattia drammatica che distrugge progressivamente ogni distretto muscolare, rendendo il paziente incapace di compiere qualsiasi atto della vita quotidiana, lasciandolo tuttavia completamente cosciente del proprio decadimento. Le cellule nervose corticali, deputate al controllo dell’intelletto, della memoria e dell’emotività, non sono infatti interessate dal processo degenerativo. L’impatto psicologico della malattia è notevole e la depressione dell’umore è comune a quasi tutti i malati e necessita di precoci e specifici provvedimenti.
La diagnosi si effettua usando vari tests ed esami di laboratorio, Risonanza Magnetica, Biopsia nervosa e muscolare, esami elettrodiagnostici.

Attualmente non esiste terapia efficace.

Le ipotesi

L' ipotesi genetica
Le cause della specifica degenerazione motoneuronale sono tuttora sconosciute. Uno dei fattori di rischio più significativi e meglio sostenuti da osservazioni scientifiche epidemiologiche è la familiarità per SLA. Nel 1993 Rosen e collaboratori identificarono la mutazione genetica responsabile di circa il 10% dei casi di SLA familiare. Il gene in questione codifica per un enzima, la superossido dismutasi di tipo 1 (SOD1), che ha azione protettiva nei confronti della cellula liberandola dai radicali liberi. Tale proteina, presente nel citoplasma di tutte le cellule dell’organismo, se mutata sembra acquisire proprietà tossiche selettivamente sui motoneuroni. La mutazione di un altro gene, ALS 2, è responsabile della forma giovanile di SLA di tipo 2, provocando la perdita di funzione di una proteina, l’alsina, coinvolta nella organizzazione del citoscheletro della cellula. Tuttora non è chiaro come e perché le mutazioni della SOD1 e dell’ASL2 provochino la degenerazione selettiva delle cellule motoneuronali.
Numerosi studi sono attualmente in corso per identificare i fattori di rischio genetici associati alla predisposizione individuale a contrarre la malattia nei casi di SLA sporadici. Nel sangue di soggetti affetti da SLA è stato rilevato un aumento dei livelli di glutammato; inoltre recentemente è stata osservata, in questi soggetti, una riduzione di una delle proteine responsabili della rimozione del glutammato extracellulare (trasportatore gliale del glutammato) proprio nelle regioni del midollo spinale e del cervello interessate dalla malattia. Il glutammato svolge normalmente un’azione eccitatoria per i motoneuroni, ma se presente a livelli superiori alla norma diventa tossico per i motoneuroni stessi.
La suscettibilità genetica a contrarre la SLA è anche evidente nell’espressione fenotipica del soggetto. Gli atleti risultati affetti dalla malattia o deceduti a causa di essa presentavano per lo più una costituzione fisica snella e un indice di massa corporea basso.

SLA, traumi ed attività sportiva
Nei calciatori è stata osservata in Italia un’incidenza di SLA 5 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Inoltre l’età di insorgenza della malattia in questo gruppo di soggetti è significativamente precoce rispetto alla media. Da queste osservazioni numerosi studiosi hanno formulato ipotesi per spiegare il motivo di questa “epidemia” nel mondo del calcio.
Il calcio rappresenta, per molti studiosi, una disciplina sportiva a rischio di insorgenza di SLA per i continui traumatismi ai quali il sistema nervoso centrale è sottoposto mediante il colpo di testa. I giocatori di calcio infatti, diversamente rispetto ad altri sport, colpiscono la palla di testa senza avere nessuna protezione. La forza con cui il pallone impatta sul cranio è di circa 500-1200 Newton, tuttavia essa si distribuisce prontamente anche sul collo e sul tronco.
Diverso è invece, ad esempio, il caso dei pugili, categoria anche questa a rischio per lo sviluppo di un’altra malattia neurodegenerativa, la cosiddetta “demenza pugilistica”. Questi atleti ricevono pugni sulla faccia e sulla scatola cranica che hanno una forza molto più elevata (fino a 6300 Newton) e che viene quasi del tutto assorbita dalla testa e dal cervello. Interessante è che solo i pugili che presentano una determinata predisposizione genetica (allele APO E4) sviluppano la demenza di grado severo.
Altri studi hanno inoltre dimostrato, in seguito a traumi cerebrali anche di lieve entità, un incremento dei livelli plasmatici e nel liquido cefalo-rachidiano, di una proteina (s-100 betaproteina) indice della sofferenza delle cellule nervose. Per mesi (fino a 9) sono presenti i segni di tale sofferenza e se nel frattempo la zona precedentemente lesa viene colpita nuovamente, la lesione che si viene a creare è di gran lunga più grave della prima. Già nel 1996, per tale scoperta, la federazione hockey internazionale, vietò di giocare senza casco omologato; attualmente l’intervento di testa è severamente vietato per i calciatori di età inferiore ai 16 anni dalla federazione olandese gioco calcio. Rod Markham, neuropsicologo di Sydney, nel giugno 2004, espone al giornale La Stampa la sua ricerca; avendo studiato per tre anni la malattia, analizzando le scatole craniche di alcuni calciatori professionisti, ha concluso che dovrebbero essere vietati i colpi di testa (oppure i calciatori dovrebbero indossare un casco protettivo), in quanto responsabili di micro-traumatismi cumulativi. Tuttavia sono ancora scarse le evidenze scientifiche sul ruolo del neurotrauma nelle genesi della SLA e alcuni studi, tra i quali uno recente pubblicato su Neuroepidemiology nel 1999, non hanno confermato tale associazione.
Anche se i risultati degli studi scientifici sulla relazione fra traumi cranici, del collo e della colonna e SLA sono spesso contrastanti, in parte per la presenza di dubbi relativi alla definizione di trauma, non si può negare che, in soggetti geneticamente predisposti, il neurotrauma sia un fattore di rischio per la SLA.
Un’altra ipotesi avanzata da alcuni scienziati (Felmus 1976; Granieri 1988; Gregoire 1991) e suffragata da altri, è che l’attività fisica vigorosa possa, assieme ad altri fattori ambientali e costituzionali, essere responsabile dell’insorgeneza della malattia. Studi precedenti, ma indiretti, hanno dimostrato che durante l’esercizio fisico si ha la produzione di specie reattive dell’ossigeno. I radicali liberi dell’ossigeno si creano, nei calciatori, dalla combinazione dello sforzo fisico intenso con altri fattori; in effetti le abitudini dietetiche (alimenti pro-ossidanti), l’uso prolungato di farmaci antinfiammatori, le ischemie ripetute seguite da iperivascolarizzazione (dovute ai microtraumatismi o all’attività anaerobica prolungata seguita da improvvisa riossigenazione) possono rappresentare ulteriore fonte di stress ossidativo, al quale il sistema nervoso centrale è particolarmente senisibile. Esso contiene infatti una grande quantità di substrati facilmente ossidabili.

Altre ipotesi
Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato un’associazione fra SLA ed esposizione ad agenti tossici. Tra quelli maggiormente chiamati in causa sono i pesticidi e i fertilizzanti. In effetti secondo uno studio epidemiologico condotto in Sardegna, la prevalenza della malattia tra gli agricoltori è doppia rispetto alla popolazione generale. Tali sostanze utilizzate anche per la manutenzione del campo da gioco potrebbero essere responsabili oltremodo dell’insorgenza della malattia tra i calciatori.
Alcuni studiosi hanno proposto invece la patogenesi autoimmunitaria. Hanno infatti dimostrato la presenza di disordini linfoproliferativi e anticorpi anticanali del calcio “L-type voltage-gated” in alcuni casi di SLA.

“Motor neurone Mystery”
In un articolo di review apparso su Current Medical Research and Opinion (vol 20 n 4 del 2004) gli autori parlano di “Motor neurone Mystery”, frase usata per la prima volta da Tom Kington nel suo articolo comparso il 25 Febbraio 2003 sul sito internet della Uefa, nel quale si faceva riferimento ad inchieste giornalistiche e giudiziarie italiane sull’abuso di farmaci nello sport. Dallo studio epidemiologico condotto su 24.000 calciatori che avevano giocato tra il 1960 e il 1996, sembra emergere che la sclerosi laterale amiotrofica abbia una prevalenza nei giocatori di calcio 20 volte superiore a quella della popolazione in generale.
E’ stata quindi ipotizzata una correlazione fra doping e SLA specialmente in atleti di alto livello che si sottopongono a sforzi fisici importanti. In un recente studio, pubblicato su Lancet Neurology, Simone Beretta ha ipotizzato che l’abuso di farmaci antinfiammatori possa avere un importante ruolo nella morte motoneuronale. Secondo Beretta infatti mentre il corretto uso di queste sostanze impedisce l’attivazione gliale (coinvolta nella morte motoneuronale), l’abuso provocherebbero una permanente inibizione di questa attivazione, responsabile della degenerazione dei motoneuroni nella SLA.
Tuttavia le possibili connessioni tra SLA e Doping non sono ancora state trovate. Anche perché questi dati, che non sono stati pubblicati in riviste scientifiche nazionali o internazionali ma sono frutto di inchieste giudiziarie e giornalistiche, rendono difficilmente sostenibile l’ipotesi che il doping e lo sforzo fisico strenuo possano essere responsabili dell’insorgenza della malattia; infatti in un gruppo di 6000 ciclisti professionisti degli ultimi 30 anni, nei quali si sono registrati numerosi casi di eteroplasia, nessun ex corridore risulta deceduto o affetto dalla SLA. Tutto ciò ha comunque scatenato un interesse generale cosicchè molti ricercatori stanno tuttora indagando sulla possibile relazione tra doping e calcio.

Conclusioni

Fino ad oggi in letteratura non ci sono evidenze scientifico-epidemiologiche che mettano in relazione il doping o l’esercizio fisico strenuo alla malattia di Lou-Gehrig.
Attualmente è opinione comune che la SLA sia una malattia a genesi multifattoriale, nella quale, su una determinata predisposizione genetica, probabilmente dovuta ad una specifica combinazione di geni, agiscono numerosi fattori ambientali.
Benchè il neurotrauma appaia essere un fattore di rischio per la SLA, perlomeno in soggetti geneticamente predisposti-atleti alti e magri-solo una valutazione prospettica su larga scala in soggetti che abbiano avuto neurotraumi potrà dare una risposta definitiva a questa controversia epidemiologica..
Insieme agli studi epidemiologici saranno necessari anche studi sperimentali per indagare le conseguenze a lungo termine di ripetuti traumi cerebrali per poter chiarire i meccanismi responsabili delle lesioni nervose capaci di indurre neurodegenerazione, studi che dovranno essere fatti anche negli animali geneticamente predisposti.

Bibliografia
Rosen DL. Et al. Mutation in Cu/Zn superoxide dismutase gene are associated with familial amyotrophic lateral sclerosi. Nature 1993; 362: 59-62.
Charles T., Swash M. Amyotrophic lateral sclerosi: current understanding. J. Neurosci. Nurs. 2001; 33 (5): 245-53
Beretta S. et al. The sinister side of Italian soccer. Lancet Neurology 2003; 11:656
Cruz DC. Et al. Physical trauma and family history of neurodegenerative diseases in amyotrophic lateral sclerosis: a population-based case-control study. Neuroepidemiology. 1999; 18 (2):101-10
Riggs JE. The latency between traumatic axonal injury and the onset of amyotrophic lateral sclerosis in young adult men. Mil. Med. Aug 2001; 166 (8): 731-2
Sienko DG. Et al. Amyotrophic lateral sclerosis. A case-control study following detection of a cluster in a small Wisconsin community. Arch. Neur. 1990 Jan; 47(1): 38-41
Gregoire N. et al. Risk factors in amyotrophic lateral sclerosis. Initial results a propose of 35 cases. Rev. Neurol. (Paris) 1991; 147 (11): 706-13
Granieri E. et al. Motor neuron disease in the province of Ferrara, Italy, in 1964-1982. Neurology 1988; 38 (10):1604-8
Kington T. Motor neurone mystery, dated 25 February 2003;
available from http://www.uefa.com/trainingground/news/Kind=8/newsId=55783.html [Accessed 16 December 2003]

* Cattedra di Medicina dello Sport Università di Firenze.
** Agenzia di Medicina dello Sport Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi.
*** Medico ACF Fiorentina.

http://www.assoallenatori.it/

CI HANNO SCIPPATO IL NOBEL PER LA FISICA

A Stoccolma il prossimo 10 dicembre tre fisici giapponesi riceveranno il Nobel per la fisica. Ma la decisione annunciata oggi dal Comitato scientifico del premio ha provocato grande amarezza tra i fisici italiani che reclamano parte della paternità delle scoperte fatte dai tre scienziati giapponesi premiati per le loro ricerche, Yoichiro Nambu, Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa.

Ma i testi in materia parlano chiaro. In fisica, infatti, la matrice "CKM" serve per descrivere il modo in cui i "mattoni" della materia, i quark, si mescolano per dar forma alle particelle. E "CKM" sta per matrice Cabibbo-Kobayachi-Maskawa che sono le iniziali dei tre ricercatori cui spetta la paternità della scoperta, ma il primo, l'italiano Cabibbo, non è stato premiato.


L'interessato, il prof. Nicola Cabibbo, che è Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze a Roma, oggi ha preferito lasciar esprimere ai colleghi il dispiacere per il mancato riconoscimento.


martedì 7 ottobre 2008

TROPPE CALORIE MANDANO IL CERVELLO IN TILT




L'eccesso di calorie innesca a livello cerebrale una risposta infiammatoria finora ignorata

Un eccesso di calorie può mandare in tilt parti del cervello, e in particolare la capacità di risposta dell'ipotalamo, che funge da quartier generale per il controllo del bilancio energetico dell'organismo. E' questo il risultato di una ricerca condotta presso l'Università del Wisconsin a Madison e pubblicata sull'ultimo numero della rivista "Cell".

I ricercatori hanno scoperto che la risposta cerebrale interessa una molecola, nota come IKKß/NF-kB, che si sa essere coinvolta nei processi infiammatori di vari tessuti, cosa che porta a ipotizzare nuove possibilità di trattamento nei confronti della dilagante epidemia di obesità.

"Questa via metabolica è normalmente presente, ma inattiva, nel cervello", spiega Dongsheng Cai, che ha diretto lo studio. Cai dice che non è ancora chiaro perché IKKß/NF-kB si attivi nel cervello, ma ipotizza che essa rappresenti un importante elemento dell'immunità innata.

"Nella società attuale questa via è mobilitata da una diversa sfida ambientale: la supernutrizione. Una volta attivato, questo cammino porta a una serie di disfunzioni, ivi inclusa la resistenza all'insulina e alla leptina."

Da studi precedenti già si sapeva che l'eccesso di nutrizione può innescare risposte infiammatorie nei tessuti periferici, dal fegato ai muscoli, portando a difetti metabolici che aprono le porte al diabete di tipo 2, ma non si sapeva che l'infiammazione e i suoi metaboliti avessero un ruolo anche nel sistema nervoso centrale.

Ora i ricercatori hanno mostrato che una dieta costantemente ricca di grassi raddoppia l'attività di questa via infiammatoria nel cervello dei topi, e che essa è molto più elevata nei topi geneticamente predisposti all'obesità.

L'aumento dell'attività di IKKß/NF-kB è peraltro distinta dall'obesità in sé, dato che l'infusione cerebrale di glucosio o di grassi è in grado già da sola a scatenarne l'azione. Per contro, trattamenti che portano all'inibizione dall'attività della molecola nel cervello proteggono l'animale dallo sviluppo di obesità.

Mentre l'infiammazione cronica è generalmente considerata una conseguenza dell'obesità, i nuovi risultati suggeriscono che la reazione infiammatoria possa provocare uno sbilanciamento nella risposta cerebrale che porta a tale condizione. A quanto pare, osserva Cai, obesità e infiammazione sono legate a filo doppio: "L'abbondanza stessa di calorie promuove l'infiammazione, mentre l'obesità stimola a sua volta i neuroni a promuovere ulteriormente l'infiammazione in una sorta di circolo vizioso".

Ora che abbiamo compreso il significato di questa strategia metabolica bisogna trasferirla nella pratica clinica. La maggior parte delle terapie antinfiammatorie attuali hanno infatti uno scarso effetto sulla molecola IKKß/NF-kB e una ridotta capacità di agire a livello cerebrale. Tuttavia le nostre scoperte offrono una prospettiva per trattare questa seria patologia." (gg)

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1333433

http://www.cell.com/content/article/abstract?uid=PIIS0092867408010088

domenica 5 ottobre 2008

"AL PARADISO" DI FRASSINA LE VIGNE AMANO MOZART

L'Università di Firenze sta studiando il caso di alcune vigne a Montalcino cresciute a suon di Mozart, Brahms e Listz

SIENA - Sembra una di quella favole metropolitane create alla vigilia di ogni vendemmia, ma in questo caso c'è anche un'università che sta compiendo uno studio. La storia mette insieme vigne e musica classica: un binomio alquanto insolito.

VIGNETI - Giancarlo Cignozzi, proprietario dell'Azienda agricola «Al Paradiso» sostiene che da quattro anni coltiva i suoi vigneti ascoltando la musica classica di Mozart e Tchaikovsky e che da allora le sue piante crescono più forti e più velocemente. La musica allontana i parassiti, i batteri e la muffa, mentre nei vigneti limitrofi dove non si segue «la terapia musicale» i parassiti sono molto attivi. Inoltre, i grappoli di San Giovese coltivati da Cignozzi maturano in poco più di 10 giorni, mentre normalmente la maturazione supera i 20 giorni. Tutte coincidenze? Intanto l'Università di Firenze ha cominciato uno studio sulla cosiddetta «Terapia musicale».

WEB - Cignozzi comprò la fattoria di Frassina, vicino Montalcino nel lontano 1990. Un giorno stava navigando su Internet quando s'imbatte in alcuni studi cinesi e coreani pubblicati sul web che parlavano di effetti benefici della musica sulle piante. Essendo un amante del vino e della musica non perse molto tempo e si dedicò al lavoro ascoltando le note dei suoi autori più amati, Mozart e Tchaikovsky.

UNIVERSITA' «Più volte ho accompagnato i vendemmiatori al suono della fisarmonica ed ho sempre avuto la sensazione che l'armonia musicale potesse dar vita ad un'atmosfera magica intorno alle uve a ai mosti così quando ho creato Il Paradiso di Frassina, ho deciso di avviare un progetto musicale che coinvolgesse la vite e il vino » dice Cignozzi, che precedentemente lavorava come avvocato. L'Università da qualche mese si è messa a lavoro: «Il vino sembra effettivamente migliore» dice Stefano Mancuso, professore di Patologie Agrarie all'Università di Firenze. Ci potrebbero essere altre ragioni, indipendentemente dalla musica e stiamo cercando di appurarlo attraverso dei test scientifici».

TEST - Due serie di esperimenti sono già pronti: dieci vini diversi sono stati messi in recipienti separati e saranno «alimentati» da musica classica, mentre altri dieci, a trenta metri di distanza saranno lasciati nel silenzio assoluto. La salute delle piante e la qualità dei grappoli sarà misurata in un periodo di tempo che supera l'annata. Nel frattempo, nei laboratori dell'Università, le piante saranno esposte alla musica per vedere come queste rispondono. I ricercatori inoltre esporranno due gruppi di vini a un'alta quantità di insetti: naturalmente un gruppo sarà accompagnato dalla musica, l'altro dal silenzio.

MUSICA - Dopo questo periodo sarà possibile stabilire se Giancarlo Cignozzi ha ragione o se la musica l'abbia suggestionato. Il professor Mancuso dice che adesso è troppo presto per dare un giudizio, ma assicura che non si stupirà se l'ex avvocato ha visto giusto. Intanto Cignozzi sta facendo un suo personale esperimento: vuole capire come rispondono i suoi vigneti alla musica di altri due amati artisti, Brahms e Lizst.

Francesco Tortora

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/09_Settembre/26/terapia.shtml


STEVIA: LA PIANTA 300 VOLTE PIU' DOLCE DELLO ZUCCHERO


Usa, allo studio nuovo dolcificante 300 volte più dolce dello zucchero .

La Stevia, così si chiama la pianta che dà origine al nuovo dolcificante, è proibita in Europa e Usa e viene utilizzata in bevande e cibi in Asia e America Latina

Buone notizie per tutti coloro che hanno sempre pensato che tanto zucchero faccia ingrassare e che i dolcificanti a base di aspartame rappresentino, per la loro salute, un rischio troppo alto.
Una ricerca statunitense ha provato scientificamente le proprietà della Stevia, pianta sudamericana capace di produrre un dolcificante 300 volte più potente dello zucchero.I risultati dello studio,sviluppato dall'Università della Georgia, sono stati pubblicati sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.
La Stevia, così si chiama la pianta che dà origine al nuovo dolcificante, viene già utilizzata in bevande e cibi in Asia e America Latina. Ma negli Stati Uniti e in Europa più volte sono stati sollevati dubbi sulla sua sicurezza e soprattutto sulla capacità di mantenere inalterate le caratteristiche con l'esposizione ai raggi solari.

Ora, gli studiosi americani hanno provato scientificamente che le proprietà della Stevia sono stabili: esponendo per una settimana ai raggi solari un bicchiere di cola e limone dolcificati con estratto della pianta, in laboratorio non sono state osservate degenerazioni delle sostanze. Il nuovo "alleato" della linea potrebbe dunque arrivare nei nostri supermercati.
Originaria delle montagne fra Paraguay e Brasile, la Stevia rebaudiana Bertoni è una pianta erbacea perenne, di piccole dimensioni e appartenente alla famiglia dei crisantemi. Conosciuta da molti secoli, oltre che per il suo potere dolcificante, anche per le proprietà medicinali, è usata da alcuni popoli indigeni dell'America Latina per le sue doti curative.

Il suo uso nei prodotti alimentari è vietato in Europa e Stati Uniti in quanto alcuni suoi componenti sono cancerogeni. La "Food and Drug Administration", l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ne ammette l'uso come integratore dietetico, ma non come ingrediente o additivo alimentare.

Secondo molti dei suoi sostenitori, alla base della proibizione della Stevia vi sarebbe un complotto delle compagnie che producono dolcificanti. Pur ammettendo che la Stevia contenga sostanze di per sé cancerogene, ritengono che essa non abbia controindicazioni, diversamente dal saccarosio raffinato, che aumenta la glicemia e favorisce il diabete, e dai dolcificanti ipocalorici contenenti aspartame e ritenuti tossici da diversi studi.

Le piantine di Stevia si potevano acquistare nei vivai fino al 2000, anno in cui fu bandita dall'Unione Europea. Ne è approvato ufficialmente l'uso in 10 paesi, inclusi Giappone, Paraguay e Brasile. Viene coltivata intensivamente in Thailandia, Israele e Cina. In Brasile è anche utilizzata come rimedio della medicina popolare per il diabete e in Giappone la Coca Cola la utilizza come dolcificante per la versione "Light" della sua bibita.

La Svizzera, contrariamente all'Unione europea, ha di recente deciso di autorizzare i dolcificanti a base di Stevia e l'ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha già consentito l'uso di questo edulcorante a un produttore di bevande. Prima di poter utilizzare quest'erba, i produttori devono inoltrare una richesta all'UFSP e provare il carattere indispensabile della Stevia nella loro ricetta.

MIRKO PEDDIS
01-10-2008 -


venerdì 3 ottobre 2008

LA VERITA' SULLO ZUCCHERO


Da anni assumiamo ingenti quantità di zucchero con una certa regolarità.
Quello che la gente non sa è che quest'ultimo è altamente tossico e una continua assunzione può portare a danni fisici e psichici irreversibili,oltre ad una fortissima dipendenza.


Se siete grassi, se soffrite di emicranie, di ipoglicemie o di acne, il flagello Sugarblues vi ha colpiti. Proprio come l'oppio, la morfina e l'eroina, lo zucchero è una droga distruttiva, che dà assuefazione, dal momento che ne consumiamo ogni giorno in tutto - dal pane alle sigarette - tanto che in base agli studi medici tutta la società è prediabetica: "Il diabete è senza dubbio la malattia più diffusa in Italia, avendo raggiunto una prevalenza superiore al 3% con una netta tendenza verso un progressivo incremento nel tempo".

Lettura consigliata : SUGARBLUES, di William Dufty libro autobiografico, che ripercorre la storia personale dell'autore e quella dell'uomo nei secoli, è l'aiuto che cercavate per superare la Tossicodipendenza da Zucchero e ritrovare la salute e la gioia di vivere senza malesseri continui (in particolare emicranie). E' un forte atto di accusa alla congiura economica e sociale che si è andata formando nel tempo a nostro danno.




RUGIADA DI LUCE - FAVOLE DI MARIA FIGLIA DELLE STELLE




Rugiada di Luce.

Tra le alte cime viveva un vecchio albero.
Passarono molti anni e due antichi amici si ritrovarono.
Molte cose erano cambiate sulla terra, ma l'antico albero se ne stava ancora li, nella sua fierezza, nelle sue verdeggianti chiome.
I due amici si guardarono negli occhi, poi, insieme, si presero per mano e andarono alla montagna.

Insieme abbracciarono il grande albero. I piedi poggiavano sulla superficie rugosa delle radici e i loro corpi, abbracciavano il grosso tronco.
Le foglie sembravano danzare sotto la volta celeste. Piccoli bagliori, emanati dalle verdeggianti foglie ricaddero a terra dolcemente come pioggia, avvolgendo i loro corpi.
Una grande energia si levò alta, fino al cielo e i loro cuori si riempirono di gioia.

L'immortalità era li. Tempo e spazio si compenetravano. Ogni forma aveva la stessa origine.
I due amici sorrisero.
In quel momento capirono che erano solo ombre di una realtà più elevata e molte volte si erano incontrati sulla terra, in diverse forme.
Guardarono i loro corpi, avvolti da migliaia di luccicanti goccioline.

Si sedettero sotto il grande albero, mentre, nella mente e nei loro cuori scorrevano immagini antiche.
Poi piano, piano come erano venuti, insieme, ritornarono alle loro case.
Ancora oggi, si racconta, che, se si sale la montagna si possa vedere sull'erba sotto il grande albero quella rugiada di Luce
Maria


giovedì 2 ottobre 2008

FRODI ALIMENTARI


Restiamo indignati quando ci dicono che per anni abbiamo mangiato formaggi ai vermi o vino al metanolo o bevuto latte alla melamina . Ma sono solo queste le truffe di cui ci dobbiamo preoccupare ?

Le truffe occulte nel cibo quotidiano
Negli ultimi anni le frodi ai danni dei consumatori sono aumentate in maniera esorbitante e spesso compriamo cibo scadente anche quando ci rivolgiamo a prodotti costosi e di marca. Vediamo prima le frodi classiche e poi quelle che definirei occulte.
Che cos’ è una frode alimentare, quali sono le frodi più comuni “ Ufficiali “.
Le frodi commerciali sono la vendita di un prodotto alimentare che non rispetta ciò che è dichiarato sull’ etichetta, queste truffe spaziano dall’agricoltura, alla ristorazione fino a colpire la maggior parte delle attività commerciali.
La vera e propria truffa più grave e comune è la frode Sanitaria. Non lasciatevi ingannare dal nome, questa frode riguarda anche i piatti che portate in tavola.

Adulterazione: Quando un alimento scadente è posto come alimento pregiato. Latte scremato venduto come latte intero.

Sofisticazione: Qui invece si cerca di cerca di far apparire un alimento scadente migliore di quello che è un valido esempio, è l’annacquamento del vino o di farine tenere nella pasta secca. Olio d’oliva con aggiunta di olio di semi.

Contraffazione: E' la vendita di un cibo per un altro, ingannando il consumatore. Es. La reidratazione del latte in polvere venduto come latte scremato...

Alterazione: Avviene quando un alimento va a male perdendo le sue qualità organolettiche e di sicurezza alimentare.

Le frodi alimentari più nocive per la nostra salute sono la Contraffazione e Adulterazione, punite anche a livello penale a tutti i livelli della catena. Infatti, anche l’esercente che ha venduto o somministrato il prodotto è ritenuto responsabile fino a prova contraria.
Quali sono le cause delle frodi alimentari? Come visto le frodi, possono provocare oltre al danno economico, anche pericolo diretto per la nostra salute. Le cause sono sempre a carico dell’uomo. Si va dalla negligenza in ambito produttivo con il mancato rispetto delle norme igieniche sanitarie, l’ignoranza di molti che utilizzano prodotti senza conoscere le reali conseguenze sulla nostra salute..
In ultimo la causa principe è sicuramente l’avidità dei produttori.
Poco importa se lo fanno per mantenere competitiva l’azienda o solo per ingrassare il proprio portafoglio. Alternare un prodotto utilizzando elementi meno costosi reca indiscutibilmente maggiore profitto. L’alimento alterato non è più adatto al consumo, venderlo è reato, vendere un alimento la quale scadenza è sorpassata, è reato, le pene sono molto gravi perché oltre ad arrecare danno al consumatore mettendo a rischio la sua vita si causa anche la diminuzione della vendita di quel prodotto per cattiva pubblicità.
Le categorie di cibi a rischio di frode sono incalcolabili, le poche in cui hanno riscontrato palesi violazioni sono le seguenti:
Formaggi Latte Miele Pasta Prodotti ittici Riso Uova Vini

Le frodi “ occulte “ legalizzate
Sfortunatamente i danni alla nostra salute di maggior entità avvengono alla luce del sole e pure legalizzati. L’indiscriminato uso di additivi e conservati coloranti e ogni genere di sostanza chimica all’interno dei nostri alimenti, anche di quelle di cui è stato accertato il danno a carico della nostra salute, trovano le stesse motivazioni di guadagno indiscriminato sulla nostra pelle.

La frode in etichetta: Gli additivi e gli altri ingredienti per legge devono essere indicati in etichetta. In teoria si , in pratica sotto una certa percentuale variabile a seconda della categoria merceologica, non è obbiligatorio indicare gli ingredienti.
Un esempio: dal 2009 chi si rivolge all' alimento biologico non ha il diritto di sapere che quasi l' 1% del suo cibo può essere compostao da cibo OGM. E ci riferiamo a prodotti comprati perchè più naturale e sani e quindi con restrizioni minori.
Per non parlare dei cibi spazzatura , dei grassi di palma dei dolcificanti chimici, margarine varie, cloro nell’acqua potabile ...
Tutte queste sostanze danneggiano la nostra salute, eppure la loro diffusione aumenta in modo preoccupante.Si sente parlare di “ obesità di fine mese “ causata dal consumo eccessivo di cibo spazzatura ricco di calorie vuote e nutrizionalmente inutile. Ma si può risparmiare mangiando cibi sani e nutrienti.
C’è un solo modo per proteggerci: la conoscenza.
Informatevi informatevi e non ascoltate le pubblicità ingannevoli che fanno passare per genuini cibi che neppure una bestia mangerebbe.
Non ci credete? Provate a togliere gli aromi artificiali alla vostra merendina preferita…

Fonte: http://www.naturopataonline.org/