martedì 29 aprile 2008

LA SINDROME DEL COLON IRRITABILE





La sindrome del colon irritabile è uno dei più comuni disturbi del tratto gastrointestinale.
Questo disturbo si presenta con dolori addominali o crampi, ed è caratterizzato anche da cambiamenti nella funzione intestinale ( meteorismo, diarrea, e costipazione).
A differenza delle malattie intestinali più gravi come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, la sindrome del colon irritabile non causa infiammazioni o cambiamenti nel tratto intestinale. Inoltre non sembra aumentare il rischio di tumore del colon-retto. Per la maggior parte delle persone la sindrome rappresenta una condizione cronica. Mentre un intestino normale si contrae e si rilassa in modo coordinato, nella sindrome del colon irritabile si hanno contrazioni più forti e più lunghe del normale. Il cibo viene spinto nell’intestino più velocemente, causando la formazione di gas e diarrea.
In alcune persone il passaggio del cibo nell’intestino viene rallentato con conseguente costipazione. Si ritiene che alla base del disturbo ci sia un alterazione del sistema nervoso centrale e squilibri ormonali. Il fenomeno si presenta in modo più frequente nelle donne, che presentano un’incidenza 2-3 volte maggiore rispetto agli uomini ed i sintomi peggiorano durante il ciclo mestruale o nei giorni prima e dopo. La sindrome è influenzata dallo stress e dall’assunzione di certi cibi , come , cioccolato, latte ed alcool.
I soggetti con colon irritabile possono andare incontro a gastroenteriti. In questo caso è d’obbligo assumere antibiotici. Nella diagnosi del colon irritabile è utile escludere l’intolleranza al lattosio, dovuta alla mancanza dell’enzima lattasi. La terapia è solo sintomatica.
Un elemento importante per il controllo della malattia è di ridurre lo stress. Possono risultare utili il biofeedback, lo yoga, la meditazione, i massaggi, l’esercizio fisico regolare e non intenso, la respirazione profonda. ( Xagena2001 )

domenica 27 aprile 2008

VINCERE LA DEPRESSIONE








di Lella Calvino




Il male oscuro, il male del secolo. Al di là delle definizioni più o meno letterarie, in psichiatria la depressione è: «sindrome caratterizzata dall’abbassamento del tono dell’umore, talvolta accompagnata da ansia, abulia (indebolimento e insufficienza della volontà), astenia (senso di debolezza, mancanza di forze), pensieri ossessivi non giustificati da validi motivi esterni».

Non è quindi semplicemente tristezza, ma, quando è seria, è accompagnata, come sostiene Daniel Goleman psicologo americano nel suo libro “Intelligenza emotiva”, da apatia, abbattimento, autocommiserazione paralizzante e senso di disperazione schiacciante. Diversa, quindi, dal naturale dolore per una perdita o un lutto, anche se spesso lo accompagna.


Secondo molti psicologi è il male della modernità (soprattutto dell’Occidente), che ultimamente contagia anche i bambini, perché spesso è legato alla gamma illimitata di scelte che il mondo ci propone.
Solitamente accade che le aspettative siano più alte e quindi la delusione più facile, la preoccupazione di ciò che viene a mancare può prevalere sugli aspetti positivi della scelta che si fa, e si perdono di vista le necessità essenziali per afferrare qualcosa che sia sempre “meglio”.

Il neurotrasmettitore chiamato in causa è la serotonina, la cui carenza favorisce l’abbassamento del tono dell’umore. In questo senso si consiglia persino di curare l’alimentazione, privilegiando i cibi che contengono il triptofano, un aminoacido precursore della serotonina, di cui sono ricchi legumi, latte e banane. Ma se prendiamo in esame i sintomi che più spesso accompagnano la depressione, vediamo che non è sufficiente una adeguata alimentazione.
La presenza di pensieri ossessivi, già di per sé devastante, il costante senso di colpa, l’autosvalutazione, la difficoltà a concentrasi, la sonnolenza e l’insonnia, la mancanza di energia e il senso di impotenza di fronte alle decisioni, l’agitazione o il rallentamento psicomotorio e così via, possono invece essere affrontati con l’aiuto dello yoga.



Sarvangasana: Posizione semicapovolta
È una delle posizioni più note dello yoga, perché ricca di effetti. La sua influenza sulle ghiandole endocrine come la tiroide, che influisce nei meccanismi che regolano il tono dell’umore, aiuta la corretta produzione di ormoni. Il capovolgimento fa fluire il sangue dalle vene al cuore senza sforzo e ne potenzia l’afflusso a tutto il corpo. In questo modo migliora le funzioni dei vari organi, apportando così vigore ed energia, ed eleva il tono del’umore. Disteso sulla schiena, inspirando solleva le gambe e il bacino, e con le mani che appoggiano per terra sostieni il corpo. Abbassando le mani verso le spalle, il petto mano a mano tenderà ad avvicinarsi al mento e il tronco sarà sempre più perpendicolare al suolo. Mantenere da 1 a 3 minuti.

http://www.yogajournal.it/cms/dir/29/view/649/vincere-la-depressione.html

venerdì 25 aprile 2008

DIMAGRITE MANGIANDO





DIMAGRITE MANGIANDO ... dice l'Ayurveda
di Gaetana Camagni
Per dimagrire, secondo l'Ayurveda, bisogna mangiare. Sì, ma solo gli alimenti adatti alla propria costituzione ayurvedica: Vata, Pitta, Kapha, le 3 energie vitali che regolano il funzionamento dell'organismo. Basta seguire i consigli dietetici ayurvedici, scegliendo gli alimenti corrispondenti al proprio Dosha ed eliminando, o riducendo, invece quelli non adatti alla propria tipologia. Così si dimagrisce; lentamente, ma in modo sicuro.
Ecco un paio di utili consigli:
- in cucina utilizzate sempre, se possibile, erbe e spezie fresche. Per esempio, il coriandolo, spesso utilizzato nella cucina ayurvedica, è molto efficace per disintossicare l'organismo. Se il coriandolo non fosse disponibile, sostituitelo con del prezzemolo fresco.
- le leguminose (ceci, lenticchie) possono dare problemi di flatulenza. Gli indiani consigliano di cuocerle in una pentola senza utilizzare il coperchio, con un po' della spezia indiana assafetida, per eliminare il problema.

ACQUA ALLO ZENZERO FRESCO
Depurativa e riscaldante da bere ai pasti o durante il giorno
Ingredienti:
1 cucchiaio di radice di zenzero fresca, tagliata a fettine sottilissime -
750 ml di acqua
Preparazione. Mettete le fettine sottili di zenzero fresco in un thermos.
Fate bollire l'acqua, quindi versatela nel thermos sullo zenzero. Lasciate in infusione per 30 minuti. Bere l'infuso di zenzero durante tutta la giornata, a piccoli sorsi. Più lo zenzero macera, più l'acqua ne assorbe il forte sapore. Potete addolcire con un cucchiaino di miele. L'acqua di zenzero è molto utile per dimagrire e contro il raffreddore durante la stagione fredda.

giovedì 24 aprile 2008

STILI DI VITA E BENESSERE


Stili di vita e benessere

Tra i fattori più importanti il grado di istruzione

È lo studio medico di più lunga durata: "Invecchiare con successo" è iniziato nel 1940, su 724 uomini, 268 matricole ad Harvard e 456 abitanti in quartieri degradati di grandi città. Ogni cinque anni tutti i partecipanti sono stati sottoposti a controlli medici, completi di questionari sugli stili di vita, e ogni 2 anni a test psicologici volti a valutare la loro salute mentale. Adesso lo studio, dopo 60 anni, volge al termine e i risultati sono stati pubblicati sul numero di giugno dell'"American Journal of Psychiatry". I fattori che assicurano una buona salute fisica e mentale, secondo lo psichiatra George Vaillant della Scuola Medica di Harvard - uno degli autori di questa lunghissima ricerca - sono quelli noti: non fumare, non abusare di bevande alcooliche, mantenere un giusto peso e compiere regolare esercizio fisico. Ma ci sono anche fattori mentali e comportamentali molto importanti. Per esempio un atteggiamento positivo e combattivo contro le avversità aiuta a invecchiare meglio, come, allo stesso modo, aiuta un matrimonio stabile e felice. Guai in vista, invece, per i depressi che invecchiano molto peggio degli altri. Ma il dato forse più sorprendente è che il livello di istruzione è uno dei fattori più importanti per un buon invecchiamento. I laureati di 75 anni, dice Vaillant, mostrano mediamente uno stato fisico comparabile alle persone di 65 anni di istruzione inferiore, indipendentemente dalla provenienza sociale e dal reddito.
In definitiva i due fattori risultati più importanti in un buon invecchiamento sono risultati l'educazione e l'essere attivamente partecipi alla vita di una famiglia estesa su più generazioni.

Alessandro Saragosa
02.07.2001

lunedì 21 aprile 2008

LO STRESS UCCIDE LE CELLULE DEL CERVELLO





CHICAGO - Che lo stress non sia salutare è pacifico. Ma dai risultati di uno studio fatto della Rosalind Franklin University, la situazione sembra molto più grave e pericolosa. Secondo i ricercatori della facoltà di medicina di Chicago, infatti, anche un singolo evento di stress acuto può causare la perdita di diversi neuroni nel cervello. Lavorando sui ratti, i ricercatori hanno scoperto che in particolare sono in pericolo i nuovi neuroni a livello dell'ippocampo, l'area deputata all'apprendimento, alla memoria e alle emozioni.
L'ippocampo continua per tutta la vita a sviluppare nuovi neuroni, sia negli uomini che nei ratti, su cui la ricerca è stata condotta. La scoperta potrebbe aprire nuove prospettive per la comprensione della depressione.
Lo studio ha rivelato che le situazioni di stress acuto cui i ratti più giovani erano sottoposti, come l'incontro di altri esemplari più anziani e aggressivi, non causavano immediatamente la morte delle nuove cellule nervose dell'ippocampo, ma comunque ne compromettevano la sopravvivenza nel lungo periodo.
In questo modo solo un numero esiguo di nuovi neuroni rimane a disposizione per l'elaborazione di sensazioni ed emozioni. Per questo i ricercatori pensano che la perdita delle nuove cellule neurali possa essere una delle cause della depressione.
http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/cervello2/stress-cellule/stress-cellule.html

Diventa sempre più evidente l'importanza delle tecniche di gestione dello stress , tutte apparentate all'antichissima disciplina dello Yoga.

domenica 20 aprile 2008

venerdì 18 aprile 2008

PRINCIPI FONDAMENTALI DELL'AYURVEDA




PRINCIPI FONDAMENTALI DELL'AYURVEDA : CONCETTO DI TRIDOSHA


A cura di Giovanni Fico


Definizione di buona salute"La persona che ha i costituenti corporei (dosha) e in processi metabolici(agni) in equilibrio,i cui tessuti (dhatu) ed escreti (mala) funzionano in maniera normale,che ha l'anima, la mente e i sensi stabilizzati nella beatitudine,è considerata una persona in buona salute."- Sushruta Sutrasthana 15.38.


Questa è la definizione di buona salute secondo l'Ayurveda, il funzionamento equilibrato di tutte le funzioni corporee porta a uno stato di totale appagamento dei sensi, della mente e dell'anima. Questa dovrebbe essere la normale esperienza della vita, ma se ci guardiamo intorno vediamo che la vita non è vissuta così, la vita è intesa più come una lotta che come una esperienza di beatitudine. A parte la riflessione che ognuno può fare sulla dignità della vita, questo concetto di buona salute ci fa capire quantol'Ayurveda può essere utile nei tempi moderni. Nel fervore causato dalla continua ricerca di una maggiore crescita economica, a volte si perdono di vista i valori e i meccanismi fondamentali della vita, la conseguenza inevitabile è che in questo modo l'individuo e la società si ammalano. A questo punto, insieme alle moderne strategie sanitarie e sociali, può intervenire l'Ayurveda che riporta alla memoria ciò che sta ai fondamenti della vita e permette di indirizzare l'azione risanatrice nella maniera più efficace.


I tre dosha


Uno dei concetti più importanti dell'Ayurveda è quello dei Tridosha: vata,pitta e kapha. I tre dosha vengono presi in considerazione nel determinarela costituzione individuale, l'origine delle malattie, i trattamenti, i metodi per mantenere la buona salute, la routine giornaliera e stagionale,le terapie di purificazione (pancha karma), le terapie di tonificazione, il massaggio, il tipo di esercizio fisico, la dieta, ecc. Quindi è molto importante capire il concetto di base dei tre dosha. I cinque elementi (Pancha Mahabhuta) quando si aggregano per costituire il corpo degli esseri viventi, lo fanno secondo certe modalità e si combinanof ormando tre energie basilari. Queste tre energie di base sono forze vitali primarie e vengono chiamate tre umori biologici oppure costituenti corporei,il termine che si usa in Ayurveda è dosha, poiché sono tre in numero vengono chiamati Tridosha (Tri in sanscrito significa tre).


Nei testi ayurvedici dosha viene definito come "ciò che contamina", quindi letteralmente dosha è ciò che contamina i costituenti naturali del corpo, in altri termini si può dire che i dosha sono i fattori patogeni nel corpo. Oltre ai tre dosha corporei esistono due dosha mentali che sono rajas e tamas, le qualità di energia e inerzia, esse fanno parte dei tre guna(sattva, rajas e tamas), le qualità della natura. Essendo sattva la qualità della purezza e della luce non ha effetti patogeni sulla mente, mentre rajas e tamas che producono agitazione ed inerzia sono fattori che causano disturbi della mente e quindi vengono considerati dosha mentali.I dosha hanno una loro identità con qualità caratteristiche, sono presenti in ogni parte del corpo ma in certe parti si trovano con maggiore abbondanza, ognuno di essi ha delle ragioni specifiche di squilibrio, ognuno causa determinate malattie per cui esistono trattamenti specifici.

PUNTI DEL BENESSERE PER LA CEFALEA






I PUNTI DEL BENESSERE PER LA CEFALEA

Se (come indicato nelle figure qua sopra) si premono i punti di agopuntura cinese 1V (Punto Jingming), 7P (Punto Lieque) 4GI (Punto Hegu) e con una pressione decisa per almeno 30-40 secondi, anche alternando i punti l'uno con l'altro, spesso si arriva alla scomparsa del dolore e comunque quasi sempre a una sua notevole riduzione.



L'uso di questi punti può essere associato a varie terapie naturali e può essere attuato sia nei casi acuti, intervenendo quindi se c'è il mal di testa, sia in senso preventivo, praticando la compressione dei punti tutti i giorni almeno una volta.
Un altro punto analgesico da usare in fase acuta, è un punto che va cercato sul lobo dell'orecchio sulla parte esterna. Il punto va cercato, in quanto può essere di volta in volta in zone lievemente differenti.
Bisogna prendere il lobo dell'orecchio con il polpastrello del pollice e premere con l'unghia dell'indice sul lobo dall'altra parte, cercando un punto doloroso alla pressione; quando lo si è trovato si esercita una ritmica, ma progressiva pressione su quel punto a periodi di 8, 10 secondi per un po' di volte; se questo punto è utilizzato nella fase iniziale del mal di testa, può farlo regredire molto bene.

La medicina popolare
Ogni cultura e ogni popolo ha sviluppato metodi interessanti e potenzialmente utili. L'applicazione locale del ghiaccio o comunque del freddo, creando una contrattura dei vasi sanguigni intensamente dilatati e provocando una sorta di anestesia locale, può essere utilissima.
Altre terapie sono: l'applicazione di mezzo limone o di una sua fetta sulle due tempie per un periodo di almeno 20 minuti; l'applicazione di foglie di cavolo-verza sulla fronte e sulle tempie per almeno mezz'ora e l'utilizzo del massaggio locale.

Quest'ultimo ha una doppia funzione: da un lato consente la compressione e il massaggio di molti punti di agopuntura e di shiatsu presenti sulla testa e sul viso, dall'altro mette a contatto due diversi organismi viventi che possono scambiarsi energia riequilibrando quindi gli eccessi o le carenze dell'uno o dell'altro.
In questo senso, infatti, può essere controproducente effettuare massaggi calzando scarpe con suola di gomma, che impediscono la ‘messa a terra’ delle energie elettriche di chi attua una terapia fisica come questa.

MINERALI E VITAMINE


Fonti di Minerali


Principali fonti vegetali di minerali (le fonti migliori sono indicate per prime)


§ calcio: latte di soia fortificato, cavoli, tofu (se preparato con un sale di calcio), rapa, broccoli, semi di sesamo tostati, fichi secchi, fagioli e ceci, acqua minerale.
§ Cromo: tutti i cereali integrali, legumi, patate, peperoni, mele, banane, arance, mirtilli.
§ ferro: legumi, alghe, tofu (e altri prodotti a base di soia meglio se fermentati), cereali integrali, cavolo e crucifere in genere.
§ Fosforo: tutti i vegetali, cereali, lievito, noci.
§ Iodio: alghe, tutti i vegetali, sale da cucina iodato.
§ Magnesio: tofu, tutti i legumi, tutti i cereali, banane, arance, mele, cavolo, frutta secca.
§ Manganese: germe di grano, cereali (specie se integrali), spinaci, tempeh, noci.
§ Molibdeno: legumi e cereali (specie se integrali).
§ Potassio: asparagi, patate, agrumi, avocado, papaia, pomodoro, cavolo, melone, legumi, cereali integrali.
§ Rame: tutti i legumi, tempeh, tahini, noci e frutta secca, orzo.
§ Selenio: cereali (specie se integrali), legumi, funghi, broccoli, cavoli
§ Sodio: è contenuto i tutti i vegetali e nel sale da cucina.
§ zinco: germogli di legumi e semi, cereali integrali, legumi (specie i fagioli Azuki), tempeh, muesli, semi e noci.



Fonti di Vitamine

Principali fonti vegetali di vitamine (le fonti migliori sono indicate per prime)

§ Vitamina A (insieme di retinoidi e carotenoidi): carote, patate, pomodori, zucche, spinaci, mango, papaia.
§ Vitamina B1 (Tiamina): tutti i cereali specie se integrali, lievito alimentare, legumi, germe di grano, soia, arance, ananas, melone, semi di sesamo e di girasole.
§ Vitamina B2 (Riboflavina): tutti i cereali specie se integrali, alghe, spinaci, patate, mandorle, banane.
§ Vitamina B3 (vitamina PP, Niacina): tutti i cereali specie se integrali, patate, avocado, tempeh, noccioline.
§ Vitamina B6 (Piridossina): tutti i cereali specie se integrali, patate, pomodori, spinaci, avocado, banane, meloni, aranci.
§ Acido Folico: presente in abbondanza tutti i vegetali (in particolare broccoli. asparagi, legumi, aranci).
§ Vitamina H (Biotina): legumi (soia soprattutto), cereali, mandorle, spinaci
§ Vitamina C (Acido Ascorbico): papaia, tutti gli agrumi, fragole, broccoli, peperoni, cavolfiore.
§ Vitamina D: è prodotta naturalmente dalla pelle in quantità adeguate con una esposizione giornaliera al sole di braccia e volto per 10-15 minuti. Alcuni latti di soia (p.e. quello della Valsoia) sono arricchiti di questa vitamina.
§ Vitamina E (Tocoferolo): patate, mango, avocado, mandorle, nocciole, arachidi, semi di girasole, oli vegetali spremuti a freddo.
§ Vitamina K: presente in abbondanza in tutti i vegetali a foglia verde (in particolare nel cavolo e lattuga).
§ Vitamina B12 (Cianocobalamina): cereali, latte di soia e altri derivati della soia ma solo se arricchiti. Non è al momento dimostrato che le alghe contengano la forma di vitamina biologicamente attiva nell'uomo.
§ Acido Pantotenico: presente in abbondanza tutti i vegetali.

giovedì 17 aprile 2008

EFFETTO LOTUS


EFFETTO LOTUS
Dalla natura l'uomo ha appreso possibilità tecnologiche studiando la superficie delle foglie delle piante, la corazza dei coleotteri o degli scarafaggi, sempre lucidi e puliti. Perchè i gechi riescono a correre sul soffitto?

L’esempio della natura più noto è la pianta del fiore di loto, il cosiddetto “EFFETTO LOTUS“. L'acqua si raccoglie in gocce sulle foglie, perchè non può aderire alla superfice delle stesse, e scivola via mantenendole sempre pulite e lucide.
Un botanico tedesco all’inizio degli anni novanta ha scoperto perché il Lotus, in Asia pianta sacra e venerata, respinge acqua e sporcizia. Sotto il microscopio elettronico ha scoperto che la superficie delle foglie di questa pianta non era liscia, come supposto, bensí ruvida. Gli invisibili e minuscoli rilievi della struttura delle foglie non permettono ai liquidi e alla sporcizia di aderire sulla superficie della foglia.
Le foglie della pianta di loto sono autopulenti! Le gocce d’acqua portano via ogni impurità.
Ci sediamo in posizione del fior di loto quando facciamo meditazione perchè anche noi, simbolicamente, siamo come il fior di loto...immersi nella limitatezza e impurità di azioni, pensieri, ambienti interiori ed esteriori ma sempre puri nella nostra essenza più profonda.

mercoledì 16 aprile 2008

LA SALUTE


LA SALUTE


La condizione di salute, che pure dovrebbe essere quella abituale, difficilmente oggi si riscontra negli individui, a causa di abitudini di vita innaturali e squilibrate. Per salute non si intende solamente la mancanza di un quadro patologico, ma uno stato positivo di energia fisica, lucidità mentale e pace dell'anima: una condizione "attiva" di armonia con l'ambiente e di piacere per la vita. Il corpo, come la mente e l'anima, vivono secondo leggi precise: la salute è una condizione di equilibrio. A questa stessa conclusione sono pervenuti, in tempi e modi differenti, sia lo yoga che la ricerca scientifica. Ad esempio, ciò che ha osservato la medicina moderna, per quanto riguarda il corpo umano, è che questo, in presenza di un cambiamento dell'ambiente esterno o interno, tende a ristabilire l'omeostasi (lo stesso stato), Tali variazioni accadono, ad esempio, quando si verifica l'aggressione di un agente esterno (virus,...) o in presenza di un processo degenerativo dell'organismo stesso. Tra l'organismo e l'ambiente si instaura quindi un sistema di stimolo-risposta: la risposta del corpo è di adattamento alla nuova situazione tramite il ristabilimento dell'equilibrio. Uno stress superato genera una maggiore capacità di resistenza, uno stress eccessivo una condizione di malattia; è quindi di fondamentale importanza trovare la propria misura nel vivere qualsiasi esperienza.


Per fattore stressante si intende uno stimolo violento, sia esso positivo o negativo. Tali agenti stressanti possono incidere più direttamente sul fisico, sulle emozioni, sulla mente o sugli stati d'animo che, a loro volta, si influenzano reciprocamente. Sono fattori stressanti il freddo estremo, il caldo violento, un intenso rumore, un forte dolore, l'ansia, l'inquietudine, l'agitazione, il senso di colpa, la paura di non essere all'altezza della situazione, l'odio, la collera, la litigiosità, l'eccesso di criticismo...anche la troppa gioia può nuocere: basta pensare a chi subisce un infarto per una lieta notizia.


Allo stesso modo può essere stressante la mancanza di uno stimolo essenziale come l'attività fisica, la sensibilità emotiva, l'esercizio mentale, il contatto sociale senza il quale si rimane confinati nella solitudine e nell'isolamento. La risposta allo stress varia da persona a persona; virus e batteri, ad esempio, stanno continuamente nell'aria, ma non tutti si ammalano...allo stesso modo due persone diverse che ricevono una cattiva notizia reagiscono l'una deprimendosi, l'altra scherzandoci sopra.


L'equilibrio fisico si ottiene con una sana attività del corpo ed un adeguato riposo, curandone l'igiene, fornendogli un cibo sano ed ossigenandolo adeguatamente. L'equilibrio emotivo facendo corrispondere le proprie aspirazioni e i desideri con le possibilità obiettive di realizzazione. L'equilibrio mentale mantenendo la mente sana e sgombra da brutti pensieri; impariamo a padroneggiarla, ma senza arrivare alle fissazioni, e scegliamo consapevolmente il nostro focus d'attenzione . L'equilibrio dell'anima si ottiene realizzando un rapporto di armonia con il Tutto, di riconoscenza per coloro che ci hanno preceduto ed ai quali siamo debitori della nostra attuale esistenza, di gratitudine per la vita, di fattivo contributo per il superamento degli attuali problemi e per la realizzazione di un avvenire migliore.


Un buon equilibrio si raggiunge quando alla fine della giornata e alla fine della vita si è tranquillamente coscienti di aver fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità.

martedì 15 aprile 2008

IL CORPO



IL CORPO


La forma più conosciuta dello yoga in occidente,é lo yoga fisico, lo yoga della ginnastica, del movimento, del benessere , considerato il miglior metodo pratico per mantenere l'armonia. Infatti, soltanto se il corpo viene mantenuto in buona salute attraverso le posture ("asana"), il controllo del respiro e le tecniche di purificazione, si puo' procedere nel cammino della consapevolezza.

Lo yoga insegna a prendere coscienza del corpo, a correggere le posture sbagliate, la respirazione insufficiente, a mantenere un modo armonioso di camminare, stare in piedi o seduti, a governare e dirigere l'energia interna. I movimentiI movimenti dello yoga o "asana" sono posizioni statiche : si tratta di particolari posture che vanno mantenute in immobilita', controllando il respiro e con la mente concentrata. Hanno lo scopo di fare lavorare tutto il corpo, con particolare attenzione alla zona addominale e alla spina dorsale.


Le principali e più importanti sono circa 40 e molte posizioni dello yoga prendono il nome da animali, uccelli, insetti, rettili, pesci, piante, come la Posizione della Tigre, del Leone, della Locusta, del Cammello, del Pesce, del Gabbiano, del Loto, dell'Albero e infinite altre: dietro ogni nome vi e' un determinato significato simbolico, che viene assimilato e compreso con la pratica.
Molte scuole di Yoga insegnano la posizione sulla testa ( Sirsasana) , posizione sconsigliata dal maestro Anandamurtiji molti anni fa perchè potenzialmente pericolosa per vari motivi e specialmente per gli occhi come dimostrano ricerche scientifiche.
http://www.springerlink.com/content/7028026506g54887/
Al suo posto,molto efficace e molto meno pericolosa la posizione sarvaungasana (candela).


Man mano che si progredisce con l'esercizio, si avverte che il corpo diventa piu' sciolto grazie all'allungamento e al rilassamento dei muscoli; non si deve mai avere fretta nell'esecuzione di un'"asana", perche' la lentezza e l'assenza di competizione sono regole indispensabili della disciplina. A ogni allievo viene lasciata la liberta' di procedere nell'esecuzione di una postura fino a quando il suo corpo non vi arriva con naturalezza e spontaneita'. Le "asana" non devono mai provocare dolore, tensione, stiramento o fastidio; se eseguite correttamente, al termine di una seduta non si avverte alcuna sensazione di stanchezza ma, al contrario, si prova un aumento della vitalita', dell'energia, della forma fisica e un piacevole rilassamento.
Per scegliere le asana che sono più adeguate alle nostra costituzione psico-fisica è preferibile seguire i consigli di insegnanti qualificati.

lunedì 14 aprile 2008

LO YOGA

LO YOGA


Il termine "yoga" deriva dall'antica parola sanscrita "yuj", che significa "unire" o "congiungere", e comprende l'insieme delle discipline filosofiche indiane rivolte a raggiungere - attraverso particolari tecniche ed esercizi fisici - il totale controllo del corpo e della mente, conseguendo quell'unione fra la natura materiale e quella spirituale che conduce a uno stato di liberazione e realizzazione interiore.

Le tecniche yoga erano conosciute e applicate in India fin dai tempi piu' antichi. I fondamenti dell'insegnamento yogico si trovano nelle "Upanishad", un gruppo di opere filosofiche elaborate nel corso del primo millennio a.C.
Nella "Bhagavadgita", il piu' famoso poema mistico indiano risalente al II secolo a.C. , lo yoga viene definito come "unione dello spirito individuale con quello universale".
Il saggio Patanjali, trascrisse e riordino' la dottrina in un trattato chiamato "Yoga-Sutra" (Aforismi sullo yoga). Nel corso dei secoli si sono sviluppate in India varie correnti o scuole yoga.Le piu' note sono il Raja-yoga, lo yoga della spiritualita'; il Karma-yoga, lo yoga del lavoro e della retta azione; il Bhakti-yoga, lo yoga dell'amore cosmico; l'Hatha-yoga, lo yoga ginnico dell'armonia psicofisica e che risulta il piu' diffuso in Occidente; lo Jnana-yoga, lo yoga della filosofia; il Mantra-yoga, lo yoga del suono e delle vibrazioni : tutte queste scuole si rifanno alla più antica disciplina del tantra Yoga. Scopo comune di tutte le scuole e' quello di raggiungere l'illuminazione, con una pratica costante e sotto la guida di un maestro spirituale (guru).