di Lella Calvino
Il male oscuro, il male del secolo. Al di là delle definizioni più o meno letterarie, in psichiatria la depressione è: «sindrome caratterizzata dall’abbassamento del tono dell’umore, talvolta accompagnata da ansia, abulia (indebolimento e insufficienza della volontà), astenia (senso di debolezza, mancanza di forze), pensieri ossessivi non giustificati da validi motivi esterni».
Non è quindi semplicemente tristezza, ma, quando è seria, è accompagnata, come sostiene Daniel Goleman psicologo americano nel suo libro “Intelligenza emotiva”, da apatia, abbattimento, autocommiserazione paralizzante e senso di disperazione schiacciante. Diversa, quindi, dal naturale dolore per una perdita o un lutto, anche se spesso lo accompagna.
Secondo molti psicologi è il male della modernità (soprattutto dell’Occidente), che ultimamente contagia anche i bambini, perché spesso è legato alla gamma illimitata di scelte che il mondo ci propone.
Solitamente accade che le aspettative siano più alte e quindi la delusione più facile, la preoccupazione di ciò che viene a mancare può prevalere sugli aspetti positivi della scelta che si fa, e si perdono di vista le necessità essenziali per afferrare qualcosa che sia sempre “meglio”.
Il neurotrasmettitore chiamato in causa è la serotonina, la cui carenza favorisce l’abbassamento del tono dell’umore. In questo senso si consiglia persino di curare l’alimentazione, privilegiando i cibi che contengono il triptofano, un aminoacido precursore della serotonina, di cui sono ricchi legumi, latte e banane. Ma se prendiamo in esame i sintomi che più spesso accompagnano la depressione, vediamo che non è sufficiente una adeguata alimentazione.
La presenza di pensieri ossessivi, già di per sé devastante, il costante senso di colpa, l’autosvalutazione, la difficoltà a concentrasi, la sonnolenza e l’insonnia, la mancanza di energia e il senso di impotenza di fronte alle decisioni, l’agitazione o il rallentamento psicomotorio e così via, possono invece essere affrontati con l’aiuto dello yoga.
Sarvangasana: Posizione semicapovolta
È una delle posizioni più note dello yoga, perché ricca di effetti. La sua influenza sulle ghiandole endocrine come la tiroide, che influisce nei meccanismi che regolano il tono dell’umore, aiuta la corretta produzione di ormoni. Il capovolgimento fa fluire il sangue dalle vene al cuore senza sforzo e ne potenzia l’afflusso a tutto il corpo. In questo modo migliora le funzioni dei vari organi, apportando così vigore ed energia, ed eleva il tono del’umore. Disteso sulla schiena, inspirando solleva le gambe e il bacino, e con le mani che appoggiano per terra sostieni il corpo. Abbassando le mani verso le spalle, il petto mano a mano tenderà ad avvicinarsi al mento e il tronco sarà sempre più perpendicolare al suolo. Mantenere da 1 a 3 minuti.
http://www.yogajournal.it/cms/dir/29/view/649/vincere-la-depressione.html
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