domenica 28 dicembre 2008

DISTRUTTO DALLE FIAMME IL MONASTERO BUDDISTA DI POMAIA




È stato probabilmente un corto circuito e non le molte candele accese per le preghiere a causare un vasto incendio che ha devatsato buona parte del monastero buddista di Pomaia, in provincia di Pisa.
La struttura, che fa riferimento all'istituto Lama Tzong Khapa ha riportato danni ingenti, che ammonterebbero secondo una prima stima a oltre un milione di euro. Le fiamme hanno distrutto la sala grande di meditazione e molti incunaboli, testi antichi e statue. Le fiamme hanno devastato anche il tetto del monastero, nel quale vivono 25 monaci. Il monastero buddista di Pomaia è considerato uno dei monasteri più importanti dell'Occidente. In 32 anni di esistenza, il Dalai Lama si è recato in visita sette volte. Con Tenzin Ghiatso è salito a Pomaia anche il Lama Ling Rinpoce, Richard Gere e molti altri personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura che aderiscono alla dottrina tibetana. Appena conclusi gli accertamenti dei vigili del fuoco, l'autorità giudiziaria farà comunque una verifica dei rilievi per escludere che ci sia potuto essere un dolo nellincendio. «Saremo costretti a fare un appello - ha detto il presidente dell' istituto Lama Tzong Khapa, il monaco Raffaello Longo - perchè i danni sono ingentissimi e non ce la possiamo fare da soli a ristrutturare il monastero. Domani doveva cominciare il master per gli studenti che vengono qui da tutto il mondo e non sappiamo come fare».
26 dicembre 2008

domenica 21 dicembre 2008

NEVRALGIA DEL TRIGEMINO

La nevralgia del trigemino è un disordine neuropatico del nervo trigemino che causa episodi di intenso dolore negli occhi, labbra, naso, cuoio capelluto, fronte, aree cutanee esterne e mucose interne della mascella e della mandibola.
La nevralgia del trigemino viene considerata da molti, come classificabile tra le condizioni più dolorose, ed è stata etichettata nel lontano passato come la "malattia del suicida" visto un numero significativo di persone che mettevano fine alla loro vita perché non era ancora possibile controllare il livello di dolore con farmaci o procedure chirurgiche. Si stima che circa una persona ogni 15.000 soffra di nevralgia del trigemino, anche se i numeri veri potrebbero essere significativamente maggiori per via delle frequente diagnosi errate. Abitualmente si sviluppa dopo i 40 anni.
Il nervo trigemino è il quinto nervo cranico, un nervo misto responsabile di veicolare informazioni sensoriali come il tatto (pressione), la sensibilità termica (temperatura), la sensibilità nocicettiva (dolore), che si originano dalla faccia sopra la linea mandibolare. Inoltre è anche responsabile della funzione motoria dei muscoli masticatori, che sono i muscoli massetere, temporale e pterigoidei (coinvolti nella masticazione, ma non nell'espressione facciale propriamente detta)



sabato 20 dicembre 2008

STAND UP FOR LOVE

There are times I find it's hard to sleep at night
We are living through such troubled times
And every child that reaches out for someone to hold
For one moment they become my own

And how can I pretend that I don't know
what's going on?
When every second, and every minute another soul is gone?
And I believe
that in my life I will see
an end to hopelessness,
of giving up,
of suffering

CHORUS (first time)

If we all stand together this one time
Then no one will get left behind
Stand up for life
Stand Up for love.

[Kelly]
So how can I pretend that I don't know
what's going on?
When every second, of every minute another soul
that things are gonna change, so how can i pretend that i don't know what's going on? when every second with every minute another soul is gone, And I believe that in my life I will see
An end to hopelessness,
of giving up,
of suffering


[CHORUS]

If we all stand together this one time
Then no one will get left behind
Stand up for life
Stand up for love

[MICHELLE]

And it all starts right here
And starts right now
One person stands up man and the rest will follow
For all the forgotten, for all the unloved
I'm gonna sing this song

And I believe
that in my life I will see
an end to hopelessness,
of giving up,
of suffering

[CHORUS ]

If we all stand together this one time
Then no one will get left behind
Stand up for life
Stand up and sing
Stand up for love
for love
for love

martedì 16 dicembre 2008

FRODE MADOFF, TRUFFA DEL SECOLO, TREMA LA FINANZA EUROPEA

Secondo la filosofia dell Yoga, al timone della società ci devono essere persone di elevato livello morale e spirituale.
Prima o poi capiremo che è questa l'unica soluzione...ma quando?


Potrebbe guadagnare il titolo di «truffa del secolo» la gigantesca frode fiscale da 50 miliardi di dollari di cui viene accusato il finanziere americano Bernard Madoff, ex presidente del Nasdaq. Un caso che fa tremare anche il mondo bancario e finanziario italiano ed europeo: molti gli istituti del vecchio continente coinvolti nel crack del gruppo Medoff.
In Italia il danno sarebbe più limitato: solo UniCredit ha ammesso un'esposizione di circa 75 milioni di euro, e Banco popolare denuncia un' esposizione massima per 8 milioni con perdite per i clienti che si aggirerebbero intorno ad un massimo di 60 milioni. il gruppo Generali e Intesa San Paolo hanno invece negato qualsiasi coinvolgimento.

Peggio in altri paesi: Groupama, gruppo assicurativo francese azionista di Mediobanca, ha indicato di avere un'esposizione di meno di 10 milioni. In Francia coinvolte la banca Natixisis e la BNP Paribas con 450 e a 350 milioni, perdite di almeno dieci milioni per Societé Generale. Nelle rete anche istituti britannici e spagnoli, come la Santander, che ha ammesso di avere un'esposizione di 2,33 miliardi di euro.

Negli Usa il crack coinvolge ormai non solo giganti della finanza, ma anche enti di beneficienza, proprietari di squadre sportive e semplici risparmiatori. Tra i truffati, secondo il Wall Street Journal, anche una fondazione di beneficienza del regista Steven Spielberg e il magnate dell'immobiliare Mortimer Zuckermann.






La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva.
— Albert Einstein

venerdì 12 dicembre 2008

SOS TUMORI BAMBINI



di Emiliano Fittipaldi
Crescono del 2 per cento l'anno le neoplasie infantili in Italia. Con picchi spaventosi in prossimità di aree industriali o inquinate. Colpa di smog e pesticidi. E della contaminazione della catena alimentare.
Nelle Marche tra il 1988 e il 1992 il Registro tumori ha segnalato 93 bambini malati. Dieci anni dopo, sono diventati 171. Un raddoppio secco.
A Parma i casi sono passati da 27 a 53.
A Sassari, nello stesso arco di tempo, gli under 14 ammalati di tumore sono triplicati. Il bollettino è agghiacciante, la fonte autorevole: i numeri che nessuno vorrebbe leggere li sciorina il rapporto Airtum 2008, il primo del suo genere, cofirmato dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, dall'Associazione di ematologia e oncologia pediatrica e dall'Istituto superiore di sanità.

Lo studio evidenzia che nel nostro Paese, tra il 1988 e il 2002, c'è stato un aumento medio dei tumori infantili del 2 per cento l'anno.
I tumori sono bastardi, nessuno sa esattamente quale sia la causa. Per ogni cancro ci sono diversi fattori di rischio possibili, e tutti lavorano insieme ad avvelenare l'organismo. Così davanti al trend gli epidemiologi intervistati invitano a non trarre conclusioni affrettate, ma quasi nessuno nega che tra i maggiori sospettati ci siano l'inquinamento, i pesticidi e la contaminazione della catena alimentare. Basta pensare alla diossina che, attraverso le carni, il latte e l'acqua, arriva direttamente sulle tavole: se da giorni l'Europa dà la caccia ai maiali e bovini irlandesi avvelenati, nei mesi scorsi la sostanza cancerogena ha già compromesso interi greggi di pecore che pascolavano a ridosso dell'Ilva di Taranto e migliaia di bufale vicino Caserta.

Il dottor Gianfranco Scoppa il rapporto sui tumori infantili non l'ha letto. Ma la sua percezione sull'andamento delle malattie è addirittura peggiore dei dati pubblicati dall'Airtum. Il radioterapista, ex oncologo del Pascale, oggi dirige l'Aktis di Marano, uno dei più grandi centri di radioterapia della Campania. "Crescono sarcomi, linfomi, leucemie. Vedo entrare troppi bambini, stiamo diventando una struttura pediatrica", spiega. A 800 chilometri di distanza, a Mantova, pochi giorni fa uno studio di una società privata ha messo in allarme la città e la vicina Cremona: nelle due province la frequenza di leucemie infantili sarebbe rispettivamente 20 e dieci volte superiore a quella registrata mediamente in Lombardia. "I numeri sono abnormi, credo abbiano confuso i singoli casi con il numero, più alto, dei ricoveri", spiega Paolo Ricci, epidemiologo dell'Asl mantovana. "Ma in provincia un dato da approfondire c'è davvero". A Castiglione delle Stiviere, meno di 20 mila abitanti, negli ultimi anni sono stati accertati sette casi di leucemie infantili. "Un fatto anomalo, l'incidenza è rilevante. Ricordiamoci che si tratta della zona più industrializzata della provincia, un distretto dove la mortalità rincorre quella di Brescia". Anche a Lentini, in Sicilia, i bambini si ammalano con frequenza eccessiva: i tassi del periodo 1999-2003 del registro territoriale di patologia segnano una media dieci volte superiore rispetto a quella della provincia di Siracusa. Picchi anomali che hanno convinto la Procura ad aprire un'indagine per tentare di capirne le origini.

Di sicuro in Italia il trend è anomalo rispetto al resto dei paesi industrializzati: doppio rispetto a quello europeo, addirittura cinque volte più alto rispetto ai tassi americani. Molti si affrettano a spiegare la tendenza con la diagnosi precoce e le nuove tecniche che permettono di cercare le malattie con strumenti più raffinati rispetto al passato. Ma la risposta, per gli esperti più attenti, è insoddisfacente: equivarrebbe a sostenere che tedeschi, francesi e svizzeri (dove l'incidenza è più bassa) sarebbero meno bravi di noi a individuare il male. Non solo: l'incremento è troppo rilevante. Entrando nello specifico, se nel Vecchio Continente i linfomi infantili aumentano con una media dello 0,9 per cento annuo, in Italia la percentuale sale al 4,6 per cento. Anche le leucemie viaggiano a tasso quasi triplo, mentre i tumori del sistema nervoso centrale crescono del 2 per cento, contro la riduzione dello 0,1 registrata in Usa.
dati dei nostri registri trovano un utile complemento in quelli raccolti da registri ospedalieri e di mortalità", commenta secco Corrado Magnani del Centro di prevenzione oncologica del Piemonte: "I risultati concordano con le indicazioni di tassi di incidenza relativamente elevati nel panorama internazionale e indicano un incremento statisticamente significativo dell'incidenza".
In Italia ogni anno si ammalano circa 1.500 bambini e 800 adolescenti dai 15 ai 19 anni. Soprattutto di leucemia (un terzo del totale), linfomi, neuroblastomi, sarcomi dei tessuti molli, tumori ossei e renali. I numeri assoluti sono bassi, e fortunatamente i tassi di mortalità diminuiscono grazie all'efficacia delle cure. L'incidenza, però, sembra destinata a crescere. "Per i bambini le previsioni non sono rosee", dice l'Airtum: "Le stime, calcolate utilizzando le informazioni raccolte nelle aree coperte dai registri e i dati di popolazione Istat, indicano che ci sarà un aumento dei casi". Se la tendenza resterà costante, nel periodo 2011-2015 si ammalerà il 18 per cento di under 14 in più rispetto al quinquennio 2001-2005. Il fenomeno riguarda sia il Nord che il Sud. Gli epidemiologi hanno preso in considerazione solo i registri che rilevavano i tre periodi presi in esame: quello che va dal 1988 al 1992, il periodo 1993-1997 e quello 1998-2002. A Sassari i bimbi ammalati passano da 12 a 40, a Napoli da 33 a 114. A Latina si passa da 38 a 52, a Modena, Parma, Ferrara e Reggio Emilia stesso rialzo, il registro della Romagna ha raddoppiato i suoi iscritti. Identico trend per l'Alto Adige, mentre l'aumento è meno preoccupante per il Friuli. In Liguria e in Piemonte, che può vantare il registro più antico, l'incidenza è invece stabile, come a Salerno e Ragusa.

Ma cosa sta succedendo? I medici dell'ambiente dell'Isde non hanno dubbi, e considerano l'aumento delle neoplasie dei bambini un indicatore assai preoccupante. Puntano il dito sull'inquinamento selvaggio, sui danni provocati dai rifiuti tossici e dall'uso dissennato di sostanze nocive in agricoltura e nella produzione dei beni di massa. Gli epidemiologi puri - in mancanza di evidenze dimostrate da studi scientifici definitivi - sono tradizionalmente più cauti su cause e fattori di rischio. Stavolta, però, anche loro non escludono che l'inquinamento ambientale e lo stile di vita di bambini e genitori possano avere responsabilità rilevanti sul fenomeno. Benedetto Terracini è uno dei luminari dell'epidemiologia dei tumori, e da qualche settimana ha iniziato un carteggio con alcuni colleghi per cercare di dare un'interpretazione al rapporto, insieme a indicazioni operative per possibili misure di salute pubblica. "Non si può affermare con certezza che l'aumento sia dovuto all'inquinamento", chiosa, "ma è plausibile che influiscano fattori esterni a quelli genetici: sono decenni che sappiamo che le frequenze tumorali sono correlate all'ambiente. I cinesi che emigrarono in Usa si ammalano oggi esattamente quanto e come gli americani, proprio come accade ai pugliesi a Milano e agli italiani partiti per l'Australia. Il lavoro dell'Airtum è il massimo che si può fare in termini statistici, ma ora bisogna agire". Terracini dubita che in tempi brevi gli scienziati potranno dimostrare definitivamente il coinvolgimento di fattori legati all'inquinamento. "Ma anche se non si può dire che benzene e smog fanno venire il cancro agli under 14, si possono applicare rapidamente politiche precauzionali: non servono certo altri studi per sostenere che vivere vicino a una strada a grande traffico non fa bene alla salute. Bisogna difendere i bambini a priori, senza fare allarmismo usando un tema delicatissimo come le neoplasie infantili".

Se i 'ragionevoli dubbi' sul rapporto tra inquinanti e tumori non sono ancora diventati legge scientifica, serpeggiano con sempre maggior insistenza nelle conclusioni di autorevoli ricerche internazionali. Nel 2005 un report dell'ateneo di Birmingham ha evidenziato che i piccoli che abitano nel raggio di un chilometro da uno snodo di traffico 'importante' hanno un rischio 12 volte più alto di ammalarsi, mentre due anni fa ricercatori delle università di Milano e Padova mostrarono un legame tra inquinamento da diossina prodotto da inceneritori per rifiuti industriali e urbani e l'insorgenza di sarcomi nella provincia di Venezia. Anche a Mantova un rapporto dell'Asl (che a breve verrà pubblicato dall'Istituto superiore di sanità) ha ufficializzato un nesso tra sarcomi dei tessuti molli e le sostanze diossino-simili osservate intorno al polo industriale di Mantova, dove insistono il petrolchimico dell'Enichem, le Cartiere Burgo, tre centrali termoelettriche, tre discariche per rifiuti tossici e un inceneritore per rifiuti industriali e sanitari. Basata sul contributo di esperti di rilievo come Pieralberto Bertazzi, Pietro Comba, Paolo Crosignani e il compianto Lorenzo Tomatis, la ricerca spiega che il rischio più alto che ha la popolazione residente vicino all'area industriale di ammalarsi (bambini compresi) è legata probabilmente non solo alla diossina e ai Pcb, ma anche ad altri inquinanti: "Sempre comunque di origine industriale". Altre analisi hanno evidenziato i nessi tra leucemie e campi magnetici. La faccenda è molto discussa, ma a tutt'oggi, spiega Magnani, "il dato scientifico non è stato ancora confutato".
Se il rapporto Airtum ha avuto scarsa pubblicità, gli scienziati non mancano di mettere insieme le indicazioni che arrivano da questi studi scientifici con le cifre delle neoplasie infantili in Italia. E non nascondono la loro preoccupazione.
Tutti, dal decano Terracini a Franco Berrino dell'Istituto dei tumori di Milano, concordano sul fatto che occorre studiare le sostanze sospettate sia sul piano epidemiologico (ovvero andare a vedere come e quando si correlano agli aumenti di incidenza), sia su quello tossicologico e genetico, per capire in che modo possono indurre il male.

All'indomani del rapporto Airtum, qualcuno si spinge anche più in là, e comincia a comporre il puzzle. Come Gemma Gatta, ricercatrice all'Istituto dei tumori di Milano: "L'aumento generale c'è di certo. E i fattori di rischio sono numerosi: radiazioni, farmaci antinfiammatori usati in passato in Europa, ormoni per l'interruzione della gravidanza. Poi, il consumo di tabacco e alcol da parte della madre in gravidanza, il traffico veicolare, le infezioni e la professione dei genitori". In particolare, l'esperta sottolinea il rischio di chi vive parte della giornata a stretto contatto con sostanze cancerogene come benzene e pesticidi. Ma non è tutto. "Negli ultimi anni le madri allattano meno al seno, fumano di più, i giovani si alimentano peggio: bisognerebbe, anche in assenza di studi definitivi, modificare stili di vita insalubri", chiosa la studiosa. Pure Luigia Miligi, dell'Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica della Toscana, è cauta su cause e concause, e preferisce andare al sodo. "Ho mandato delle mail ai colleghi mettendo l'accento sulla gestione del rischio.

Ci sono cose che possono essere fatte subito, quasi a costo zero. Si potrebbe diminuire l'inquinamento indoor delle scuole evitando l'uso di detersivi con solventi aromatici, ed eliminando i materiali che rilasciano formaldeide". Anche il controllo dei residui antiparassitari in agricoltura, dice la Miligi, dovrebbe essere sistematico: il principio di precauzione e il diritto alla salute deve essere prioritario rispetto a qualsiasi altro interesse. "Ma gli allarmi devono essere gestiti bene. Tre anni fa a Firenze ci fu un picco di leucemie in una scuola materna: le istituzioni si mossero all'unisono, in silenzio, per garantire la sicurezza dei piccoli. Analizzammo ogni rischio, misurammo persino l'eventuale presenza di radon, un gas radioattivo. Non trovammo nulla: a volte certi fenomeni sono del tutto casuali".
(11 dicembre 2008)

martedì 9 dicembre 2008

LA FELICITA' CORRE SULL'ONDA




Secondo una ricerca, lo stato emotivo di una persona può dipendere dalle esperienze emotive di altre persone che neppure si conoscono .
La "felicità" è un fatto collettivo, ed è in grado di diffondersi come un'onda nella propria rete sociale, molto di più della tristezza: è questo il risultato di uno studio condotto da ricercatori della Harvard Medical School e dell'Università della California a San Diego, che lo illustrano in un articolo pubblicato sul "British Medical Journal".

"Abbiamo scoperto che il vostro stato emotivo può dipendere dalle esperienze emotive di persone che neppure conoscete, che sono a due o tre gradi di separazione da voi", osserva Nicholas Christakis, che con James Fowler ha diretto lo studio.

Per oltre due anni, Christakis e Fowler hanno analizzato i dati del Framingham Heart Study (uno studio sui problemi cardiovascolari ancora in corso iniziato nel lontano 1948) per ricostruire il contesto sociale in cui sono immerse le persone e analizzare i rapporti fra rete sociale e salute. Nel loro esame dei dati hanno però trovato una incredibile quantità di informazioni: per 4739 persone vi erano documentazioni di nascita, matrimoni, divorzi, morte, risalenti fino al 1971, oltre che informazioni su amici,colleghi di lavoro, vicini, alcuni dei quali casualmente anch'essi partecipanti allo studio. In questo modo sono riusciti ad analizzare l'impatto di 50.000 eventi sul gruppo, e osservare come si propagavano le ondate di felicità e tristezza.

Sfruttando il fatto che i partecipanti allo studio avevano periodicamente compilato il Center for Epidemiological Studies Depression Index, un test relativo allo stato psicologico dei soggetti, i ricercatori hanno scoperto - per fare un esempio - che quando un soggetto diventa felice, un amico che viva entro un miglio di distanza ha un aumento del 25 per cento della probabilità di diventare felice anche lui. La cosa più sorprendente è però che questo contagio si ripercuote al di là delle relazioni dirette. Nell'esempio precedente, anche un amico di quell'amico vede aumentare del 10 per cento le proprie probabilità di felicità, e al terzo grado di separazione c'è ancora un incremento di probabilità del 5,6 per cento.

"Abbiamo scoperto che mentre tutte le persone sono al massimo a circa sei gradi di separazione, la nostra capacità di influenzarle sembra ristretta a soli tre gradi", dice Christakis. "Rispecchia la differenza fra la struttura e la funzione della rete sociale."

Questi effetti sono peraltro limitati nel tempo e nello spazio: quanto più un amico è vicino, tanto più forte è il contagio emotivo, che peraltro si indebolisce col tempo, con una vita massima di un anno.

La tristezza, invece, sembra diffondersi in maniera molto meno efficace. (gg)

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1334120

lunedì 8 dicembre 2008

ANNEGARE IN UN BICCHIERE

Recita un proverbio giapponese: “Prima l’uomo beve un bicchiere, poi il bicchiere beve un bicchiere. Infine il bicchiere beve l’uomo”. Nel campo delle droghe (e l’alcol è una droga) è proprio vero che a un certo punto non è più l’uomo che comanda ma il bicchiere.
E inizia così un penoso processo di auto schiavizzazione con la conseguente graduale autodistruzione.

L’allarme alcolismo giovanile è scattato in Europa e anche in Italia. La conferma che anche i nostri giovani sono sulla strada del graduale suicidio da alcol, come i loro colleghi del centro e nord Europa, è venuta da una ricerca dell’Università Vita-Salute del S. Raffaele di Milano. L’inchiesta fu fatta su un campione di 2362 studenti delle scuole superiori attraverso questionari anonimi, con domande sull’uso e abuso di droghe e alcol e sui comportamenti sessuali a rischio di contagio Hiv-Aids. Desolante il risultato.

E non stiamo parlando di extra terrestri, ma dei giovani che troviamo per strada, sui mezzi di trasporto, sui banchi di scuola, nei super mercati.
Qualcuno ha confessato di essersi ubriacato in un mese ben 17 volte, spesso da solo. In alcuni casi, con un pericolosissimo mix di marijuana e alcol.
Il 42% ha usato droghe almeno una volta. Il primo contatto con sostanze stupefacenti illegali è individuabile a circa 14 anni e mezzo. La marijuana è la droga più diffusa tra i ragazzi (80% degli intervistati). E’ una droga anche se viene chiamata leggera.

www.fuocovivo.org


L'alcool è il nemico dell'uomo, e lo yoga può aiutare a sbarazzarsi della pessima abitudine di consumarlo, anche se in modesta quantità. Senza sforzi violenti di volontà, si avrà un progressivo ritorno ad un armonico e normale equilibrio di salute.

Per l'alcool come per il tabacco, il metodo per liberarsi dall'abitudine è quello della riduzione progressiva delle dosi. L'esercizio dello yoga vi darà una forza e un benessere che suppliranno largamente alle soddisfazioni che potrete trarre dagli eccitanti.

La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva.
— Albert Einstein

venerdì 5 dicembre 2008

LATTE CRUDO: SI STUDIA LO STOP PRECAUZIONALE




ROMA - E' allo studio "la possibilità di emanare un'ordinanza per sospendere la distribuzione di latte crudo fino a quando non ci sarà un adeguamento dell' informazione per la salute nella quale sia chiaro che il latte crudo va consumato solo dopo la bollitura". Lo ha annunciato il sottosegretario alla Salute Francesca Martini.

Mettere in atto misure perché la popolazione sia informata che il latte crudo va bollito: è questo l'obiettivo di un "provvedimento di informazione" annunciato dal sottosegretario. Il provvedimento informativo dovrà contenere indicazioni rivolte alle Regioni e alle associazioni di categoria perché i distributori di latte crudo (che secondo indagini in corso sono circa 2.000 in tutta Italia) "abbiano in evidenza l'informazione che il latte crudo non è pastorizzato e che non ha quindi subito trattamenti volti ad eliminare eventuali agenti patogeni potenzialmente pericolosi per la salute umana". E soprattutto, ha aggiunto Martini, "deve essere chiaro che il latte crudo non pastorizzato deve essere assunto solo dopo la bollitura".
Sono al momento nove (sei nel 2008 e tre nel 2007) i casi della grave malattia renale provocata nei bambini dal batterio Escherichia coli O157 "collegati" al consumo di latte crudo. Sono fra 30 e 40 l'anno i casi segnalati all'Istituto Superiore di Sanità della malattia, chiamata sindrome emolitica uremica e che si manifesta con una grave insufficienza renale che rende necessaria la dialisi. Di questi, sei nel 2008 e tre nel 2007 hanno "una probabile correlazione con il consumo di latte crudo", ha detto il direttore generale della Sicurezza alimentare e nutrizione del ministero della Salute, Silvio Borrello. Borrello ha inoltre precisato che il documento inviato alle Regioni nell'ottobre scorso era una nota sulla corretta applicazione dell'intesa fra Regioni e Governo relativa ai controlli igienico-sanitari sulla distribuzione di latte crudo. La nota, ha aggiunto, prevedeva che gli animali nei quali fosse risultato presente il batterio Escherichia coli O157 avrebbero dovuto essere definitivamente eliminati dal circuito della produzione di latte crudo.

giovedì 4 dicembre 2008

L'ULTIMA PROFEZIA? MALACHIA E ALTRI ... VOYAGER



Intorno al 1140 il vescovo Irlandese Malachia profetizzò le successioni papali, sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa; secondo alcuni queste profezie sono state scritte con la collaborazione ispirata di San Bernardo. Furono pubblicate per la prima volta dal benedettino dom Arnold Wion nel 1595 nel suo libro "Lignum Vitae". Quello che è strano è che, finora, la stragrande maggioranza di queste profezie si è avverata. Le profezie di Malachia si riferiscono per lo più al luogo di provenienza dei pontefici, allo stemma della famiglia o anche a eventi storici che caratterizzeranno il suo pontificato. Esse sono costituite da 111 motti latini che descrivono in maniera impressionante i 111 papi che si sarebbero avvicendati sul trono di Pietro dal 1143 fino alla fine dei tempi. Che pensare di questo singolare elenco di profezie? Siamo di fronte al divertissement di un monaco o, come suggerisce Vittorio Messori, siamo di fronte a qualche enigmatico "segnale" dall'alto? La maggioranza della critica è schierata ovviamente con l'ipotesi della mistificazione: nel sito del CICAP per esempio, si legge che « il documento è considerato falso anche da molte fonti ecclesiastiche, perché è molto dubbia l'autenticità della sua datazione. Il fatto che per quattrocento anni nessuno ne parli, compreso San Bernardo, che scrisse la Vita di Malachia, è molto sospetto. Anche il fatto che l'elenco include degli antipapi sembrerebbe porre dubbi sull'autenticità del documento. » Tutto vero, ma la questione è ben lungi dall'essere risolta e, probabilmente, non lo sarà mai.

mercoledì 3 dicembre 2008

NUOVA VITA PER I PORTATORI DI PACEMAKER

Liberi di passare sotto il metal detector. Liberi di manovrare in tutta sicurezza ogni tipo di elettrodomestico e cellulare. Liberi di uscire da un negozio senza il timore di essere scambiati per clienti taccheggiatori. E soprattutto liberi di eseguire esami con risonanza magnetica nucleare. Saltano altri confini per i portatori di pace maker. Ne arriva uno «insensibile» a tutte le sollecitazioni elettromagnetiche che tirerà fuori dallimpaccio circa 300 mila italiani ai quali attualmente è negata la possibile di sottoporsi ad accertamenti indispensabili per diagnosticare certe malattie. I primi pazienti che hanno ricevuto i nuovi, piccoli congegni hanno già cominciato la loro nuova vita. Uno è stato operato al San Filippo Neri da Massimo Santini, presidente del congresso internazionale Progress in Clinical Pacing in programma a Roma dal 5 dicembre. Il secondo pace maker è stato impiantato allospedale di Pisa, da Maria Grazia Bongiorni, direttore della sezione di Aritmologia.

ELIMINATE LE LIMITAZIONI - Niente di diverso rispetto allapplicazione dei tradizionali prodotti. Durata e tipo di intervento sono identici, non ci sono rischi aggiuntivi. La novità consiste del dispositivo messo a punto da una multinazionale americana, che consente di eliminare le controindicazioni legate agli altri modelli. Innanzitutto la risonanza magnetica che, creando un campo magnetico 100 mila volte più potente di quello terrestre, provoca una dispersione elettrica pericolosa per i pazienti. Il nuovo pacemaker ha già superato la fase sperimentale. E di eguali dimensioni rispetto ai precedenti ma trasmette un livello di energia ridotto al minimo ed è capace di eliminare leffetto della dispersione. Ogni anno nel mondo vengono eseguite 60 milioni di risonanze, circa 800 mila in Italia. Da noi i portatori del generatore artificiale di battiti sono oltre mezzo milione ai quali se ne aggiungono circa 60 mila lanno. Il primo cuore di scorta è nato nel 1957. Molto diverso dagli attuali, completamente automatici, dal meccanismo sofisticato e sempre più abile nel supplire alle carenze del più caro dei nostri muscoli. «La risonanza è sconsigliata dagli stessi produttori ai pazienti con generatori di impulsi impiantabili dice santini -. Spesso non se ne può fare a meno perché è un esame che permette di visualizzare linterno del nostro corpo senza il bisogno di effettuare operazioni chirurgiche o somministrare pericolose radiazioni ionizzanti».

Margherita De Bac

CELLULARE IN AUTO PERICOLOSO ANCHE SE CON VIVAVOCE !



ROMA - Parlare al cellulare mentre si guida distrae molto di più che parlare con il passeggero accanto e rallenta i tempi di reazione dei giovani guidatori allo stesso livello di anziani e ubriachi. E' quanto sostiene uno studio condotto dall'università dello Utah e pubblicato sul Journal of Applied Psychology, che rileva la pericolosità di una conversazione in macchina al cellulare, anche se con il vivavoce.

Tramite un sofisticato simulatore di guida, i ricercatori hanno visto che quando l'autista della macchina parla al cellulare si salta la corsia, non rispetta la distanza di sicurezza e sbaglia le uscite in quasi la metà dei casi. Molto più frequentemente di quanto non faccia chi guida parlando con il passeggero, che non sbaglia quasi mai.

"Quest'ultimo - spiega David Strayer, uno dei ricercatori - è molto importante. Aggiunge infatti anche i suoi occhi e aiuta il guidatore facendogli da navigatore e ricordandogli dove deve andare".

E anche usando cellulari con il vivavoce, il risultato è lo stesso, perché è "la conversazione la principale fonte di distrazione - aggiunge - Le reazioni degli adulti, mentre parlano al telefonino, sono più lente, diventano uguali a quelle degli anziani e sono paragonabili a chi viene trovato con un livello di alcol nel sangue superiore ai limiti di legge".

La differenza tra una conversazione al cellulare e una al passeggero sta nel fatto che il passeggero "é nel veicolo e sa quali sono le condizioni del traffico - conclude Strayer - e quindi ricorda al guidatore dove uscire e gli fa notare i pericoli".


http://www.apnu.net/
http://yogaesalute.blogspot.com/
http://www.prout.it/

La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva. — Albert Einstein