mercoledì 10 settembre 2008
LE PIANTE CHE AMANO LA MUSICA
E’ un fatto intuitivamente noto a tutte le persone sensibili: ogni forma di vita, animale o vegetale, vive meglio quando è circondata da amore, affetto, cura. Da qualche decennio alcuni studi innovativi hanno evidenziato nelle piante reazioni misurabili elettronicamente con oscillografi, a seguito di stimolazioni particolari (taglio di rami e foglie, ustioni ecc.).
In particolare gli studi di Clive Backster negli anni ‘60 negli Stati Uniti, e quelli di poco successivi di Hashimoto in Giappone, seguiti in Italia da Valerio Sanfo, hanno evidenziato una sensibilità enorme in quasi tutte le piante testate.
Sono state notate capacità di memorizzazione di fatti e persone (le piante mostravano paura al rivedere una persona che in loro presenza aveva distrutto un’altra pianta), una capacità di movimento (collegate a un dispositivo su ruote), quando non addirittura di scelta (collegate a dispositivi per l’innaffiamento o per l’illuminazione). Perchè allora non pensare che possano anche godere di una buona musica?
Certo le piante non hanno orecchie, ma siamo così sicuri, noi, di sentire la musica solo con le orecchie?
UNA MUSICA PER LE PIANTE
Esperimenti inglesi di qualche decennio fa, avevano constatato un incremento nella produzione di latte di vacche a cui veniva fatta ascoltare musica classica. Altrettanto era avvenuto con la produzione di galline ovaiole. Curiosamente però musiche poco armoniche o pezzi di rock duro, non avevano sortito alcun effetto. Come a dire: non tutta la musica trasmette vibrazioni positive. La musica che tocca il cuore, quindi, ha particolari caratteristiche: di ritmo, di armonia, di vibrazione. Ci piace credere che, a causa della profonda unità di tutti gli organismi viventi, una musica che tocchi nel profondo un uomo, sia in grado di toccare nel profondo anche una pianta, e viceversa.
Cosa c’è di più tranquillizzante del colore verde del fogliame? Nulla sembra simboleggiare di più la pace e la tranquillità, di una grande quercia o di un faggio. E la nodosa potenza di un ulivo o di un castagno, non trova pari in nessun altro simbolo. E quanta gioia di vivere in un Prunus, in un acero o in un glicine, appena mediata dal trasporto mistico di un cipresso, di una betulla o di un pioppo italico. Per non parlare della sensualità di una rosa, di un’orchidea o di un profumato giacinto. Le piante simboleggiano tutte le nostre doti migliori: forza interiore, tranquillità, spiritualità, sensualità, fantasia e gioia di vivere. Rappresentano il perfetto stato zen di spontaneità e di consapevolezza, desiderando solo ciò per cui esistono (bere, fare fotosintesi, nutrirsi, respirare, espandersi, riprodursi).
Ovvero tutto ciò che vorremmo essere e che non riusciamo a diventare. La pianta incarna in sè, senza fatica, il frutto profondo di ore e ore di meditazioni, di mesi di riflessione, di anni di preghiera, di decenni di psicoanalisi.
http://www.vivaioclorofilla.it/html/pane_malepianteascoltano.htm
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