sabato 28 febbraio 2009

IL RUMORE DEL TRAFFICO DANNEGGIA IL CUORE




Il rumore del traffico danneggia il cuore

Chi vive in aree di forte inquinamento acustico rischia l'infarto in misura maggiore di chi sta in zone silenziose

MILANO
Clacson strombazzanti all'ora di punta, l'urlo delle sirene di ambulanze e auto della polizia anche di notte, frenate improvvise, rombo di motori e quel continuo ronzio in sottofondo: tutti rumori assai familiari per quanti abitano in prossimità di strade altamente trafficate, e che proprio a causa dell'elevato inquinamento acustico mettono in rischio la salute. A rimetterci di più è ancora una volta il cuore.

LO STUDIO
http://www.livescience.com
È uno studio condotto a Stoccolma dagli scienziati del Karolinska Institute a spiegare come il fatto di vivere in contesti urbani in cui si è continuamente sottoposti ai rumori del traffico possa danneggiare il muscolo cardiaco in modo anche grave, aumentando considerevolmente il rischio di infarto.

I DATI
Gli esperti svedesi hanno studiato la storia clinica di oltre 1.500 abitanti della città di Stoccolma colpiti da infarto nel periodo 1992-94 (338 dei quali deceduti) e hanno confrontato i dati con quelli relativi a un campione di oltre 2mila individui selezionati casualmente tra i cittadini. Ogni individuo è stato associato al proprio indirizzo di residenza e alla stima del livello di inquinamento acustico di quella specifica area, e per ciascuno sono state raccolte anche informazioni relative all'esposizione ad altri fattori di rischio, come quelli già noti correlati all'inquinamento atmosferico.

DA 50 DECIBEL IN SU
Una volta esclusi dall'analisi tutti i soggetti con deficit uditivi o regolarmente esposti ad altre fonti di rumore, i ricercatori hanno potuto stabilire che c'è un 40% di probabilità in più di avere un infarto qualora si conviva con un livello di inquinamento acustico da traffico superiore ai 50 decibel. E considerando che, mediamente, su una strada a traffico intenso si registrano tra gli 80 e i 100 decibel, appare chiaro che la soglia è davvero bassa.

APPROFONDIMENTI
Il professor Goeran Pershagen, che ha guidato la ricerca, ha spiegato che «è necessario svolgere altri studi prima di poter stabilire una correlazione definitiva tra i due fattori analizzati», pur sottolineando che «i risultati ottenuti dall'indagine sono avallati da altri studi in cui è dimostrato come il rumore possa influire sul sistema cardiocircolatorio». Ed è ancora Pershagen a invitare gli amministratori cittadini a tenere comunque in considerazione i dati emersi dallo studio di Stoccolma al momento dell'elaborazione di nuovi piani urbanistici.

Alessandra Carboni

www.corriere.it

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