Raffaele Bendandi nel 1919 intuisce che la crosta terrestre, così come le maree, è soggetta agli effetti di attrazione gravitazione della Luna...la Luna e gli altri pianeti (insieme al Sole) sono la causa dei movimenti della crosta terrestre,[4] che effettivamente rigonfia, deforma e fa pulsare la crosta terrestre, con tempi e ritmi dipendenti dalla posizione dei corpi celesti.
Anche la scienza dello Yoga sostiene lo stesso principio e per questo consiglia vivamente di fare digiuni regolari in accordo alle fasi lunari.
vedi qui un'approfondimento sui digiuni http://www.apnu.net/IL%20DIGIUNO.htm
Biografia di Bendandi ( Tratto da Wikipedia)
Nacque da un'umile famiglia nel quartiere tradizionalmente denominato Filanda Vecchia, che non poté permettergli di andare avanti con gli studi superiori (ultimò le scuole elementari, un corso di specializzazione per il disegno tecnico e fece l'apprendista da un orologiaio); ciononostante all'età di 10 anni era già appassionato di astronomia e geofisica, tanto da costruirsi da solo un telescopio ed alcuni giroscopi (in effetti lui era uno scultore di legno per professione). In seguito al terremoto di Messina del 28 dicembre 1908, si appassionò ai terremoti, e riuscì, secondo lui, anche a predirli.[1] Dopo l'esperienza come apprendista presso un orologiaio, si iscrisse ad una Scuola d'Arte, per divenire un intagliatore di candelabri e statue sacre, nell'Emilia. Durante la Grande Guerra servì come meccanico in una squadriglia aerea.[2] Si può definire il Bendandi come un ricercatore autodidatta, che nel 1920 formulò la propria teoria «sismogenica».[3]
La sua teoria ha origine in una passeggiata lungo il bagnasciuga, mentre prestava servizio di guardia durante la sua naja: lui nel 1919 intuisce che la crosta terrestre, così come le maree, è soggetta agli effetti di attrazione gravitazione della Luna. La sua teoria per la previsione dei terremoti (mai riconosciuta dalla comunità scientifica, anche perché lui non volle mai fornire spiegazioni sufficienti delle modalità impiegate) era infatti basata sul fatto che la Luna e gli altri pianeti (insieme al Sole) sono la causa dei movimenti della crosta terrestre,[4] che effettivamente rigonfia, deforma e fa pulsare la crosta terrestre, con tempi e ritmi dipendenti dalla posizione dei corpi celesti. Andò avanti con i suoi studi anche sfruttando una sorta di mini laboratorio posto in una profonda grotta dell'Appennino tosco-romagnolo. Una sua prima involontaria previsione la fece per il terremoto della Marsica il 13 gennaio 1915, quando si accorse che il 27 ottobre dell'anno precedente aveva lasciato un appunto al riguardo.[5]
Fino ad allora erano in pochi a credere alle sue teorie; il 23 novembre 1923 davanti al notaio di Faenza decise di far scrivere una sua previsione: il 2 gennaio 1924 si verificherà un terremoto nelle Marche. Il terremoto effettivamente si verificò, ma due giorni dopo. Ciononostante il Corriere della Sera gli dedicò la prima pagina, chiamandolo Colui che prevede i terremoti; la sua fama così crebbe anche a livello internazionale. Sempre secondo la sua teoria riuscì a stimare la sommersione tellurica di Atlantide nel 10431 a.C. e anche la fine del mondo nella primavera del 2521.[2] Nei suoi studi si occupò anche di astronomia, geofisica, magnetica, studi cosmici e atmosferici, e della radioattività atmosferica in relazione a scopi atomici.[6] Oltre ai suoi personali, la sua principale attività era quella di falegname; grazie a questa attività costruì e riuscì a vendere alcuni suoi modelli di sismografi, anche in America.[7] Riuscì nel suo piccolo a dotarsi anche di una piccola biblioteca scientifica.[8]
Durante il periodo fascista, precisamente nel 1927 dapprima fu nominato da Mussolini Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, ma poi venne diffidato dal pubblicare ulteriori previsioni sui terremoti in Italia, pena l'esilio; in realtà egli continuò a farlo, ma su altri giornali americani.
Dopo averlo studiato a fondo, nel 1931 Bendandi affida all'Accademia Pontificia il metodo da lui scoperto per interpretare il ciclo undecennale del Sole, e nel seguito riesce autofinanziandosi a pubblicare "Un principio fondamentale dell’Universo", dove descrive la sua precedente scoperta.[9]
Durante la sua vita, precisamente nel 1959, Bendandi scoprì anche un nuovo pianeta all'interno del sistema solare tra Mercurio ed il Sole, cui diede il nome della sua città natale, Faenza.[2]
Solo successivamente, nel 1972 l'astronomo americano Wood e nel 1976 l'astronomo inglese Smith portarono avanti il metodo elaborato dal Bendandi per la previsione dei movimenti tellurici, andando a migliorarne l'analisi ed i risultati.[1]
Anche il terremoto del Friuli nel 1976 fu previsto dalla sua teoria; inutilmente lui cercò di avvisare le autorità competenti, le quali lo trattarono come un ciarlatano.[4]
Venne trovato morto, forse per cause misteriose, il 3 novembre 1979, nella sua casa-osservatorio di Faenza. Solo anni dopo, sono state raccolte e sistemate le sue carte e pubblicazioni, tra le quali 103 previsioni, 61 delle quali riguardano l'Italia.[5]
Solo anni dopo, e grazie soprattutto all'associazione "La Bendandiana" (di cui Paola Lagorio è la presidente), si stà cercando di riordinare il molto materiale lasciato dallo scienziato, per poter maggiormente comprendere il suo lavoro ed i suoi studi. Attualmente ricercando tra le sue carte e pubblicazioni si sono raccolte 103 previsioni, 61 delle quali riguardano l'Italia.[5][10]
Riconoscimenti
Fu eletto membro della Società Sismologia Italiana, della Accademia Torricelliana di Scienze e Lettere, e della Artis Templum
Fu nominato da Giovanni Gronchi Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana
Faenza gli ha dedicato una Scuola Media
Bibliografia
Raffaele Bendandi, (1931). Un Principio Fondamentale dell'Universo, S.T.E., Faenza, 300pp.
Tiziano Cantalupi, (1982). Il terremoto si può prevedere, Ed. Atanor, Roma;
Cristiano Fidani, (2004). 6 relazioni sulle previsioni di Raffaele Bendandi, Comune di Faenza, 84pp.
Cristiano Fidani, (2005). Ipotesi sulle Anomalie Elettromagnetiche Associate ai Terremoti, Libreria Universitaria Benedetti l'Aquila, 300pp.
Raffaele Bendandi, (2006). Le Stelle soli dell'infinito, a cura di Cristiano Fidani, EDIT Faenza, ISBN 888152144X 271pp.
Cristiano Fidani, (2006). On electromagnetic precursors of earthquakes: models and instruments, IPHW June 17, Bologna, pp.25-41.
Mazzucato Michele T., (2007). Raffaele Bendandi, Fondazione Giorgio Ronchi, ISBN 8888649158, 32pp.
Cristiano Fidani, (2008). Le previsioni di Raffaele Bendandi ispirate dal grande terremoto, 1908 – 2008 Scienza e Società a cento anni dal Grande Terremoto, Reggio Calabria 10/12 dicembre 2008, pp.60-61. [1]
Cristiano Fidani, (2009). The Raffaele Bendandi forecastings inspired by the grat earthquake, CIPH EQL, pp.1-4.[2]
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