Nel film Baaria, il regista Giuseppe Tornatore ha fatto uccidere appositamente un bovino che viene colpito alla testa con un punteruolo conficcato nella fronte dell'animale. L'animale si accascia a terra e ancora cosciente gli viene tagliata gola, il sangue zampilla in modo copioso mentre l'animale batte le palpebre e si muove leggermente fino a morire, alcune persone lo raccolgono in tazze per farlo poi bere a una delle attrici con la scusa che è anemica.Per la LAV, che ha visionato il film nella “Commissione di revisione cinematografica” di cui è componente per legge, la scena è raccapricciante e cruenta, tanto più perché realizzata con un animale ucciso appositamente! Perché Tornatore, volendo rappresentare un atto efferato dell’epoca rappresentata nel film, non ha scelto di utilizzare degli effetti speciali?Perché realizzare in Tunisia una scena che in Italia sarebbe considerata maltrattamento secondo il Codice penale poiché effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, fuori dal quale un bovino non può essere abbattuto?La LAV rivolge questi interrogativi al regista Tornatore e alla società di produzione Medusa chiedendo al Sottosegretario alla Salute Martini di realizzare il controllo sui set cinematografici e televisivi da lei annunciato alcuni mesi fa. Siamo convinti che così, anche per produzioni italiane realizzate in Paesi dove vigono norme più permissive di quella italiana, le cose cambierebbero.
24 settembre 2009 - Lav
Fonte: www.infolav.org
Uccisione toro in "Baaria", Martini: "Verificheremo i fatti"
«Se fatti corrispondono a ipotesi reato valuterò la possibilità di procedere»
La denuncia della Lav in merito a una scena del film «Baaria», dove un animale sarebbe stato ripreso mentre viene ucciso in maniera cruenta ha fatto il giro dei media e ha sollevato un fiume di proteste. Oggi l'associazione dei consumatori l’associazione dei consumatori invita a non andare a vedere il film al cinema e disertare le sale e chiede l’intervento del ministero delle Attività culturali: «Col film Baarìa siamo tornati di colpo indietro di 50 anni, quando per girare i western si uccidevano i cavalli facendoli realmente cadere da scenografici dirupi - denuncia Valentina Coppola, responsabile della sezione ambiente del Codici di fronte alla «truculenta uccisione del bovino avvenuta apposta per il film di Tornatore».L'associazione aggiunge: «Niente effetti scenici - denuncia Codici - l'animale viene abbattuto con un punteruolo conficcato nella fronte e poi, ancora vivo, sgozzato mentre le persone che lo contornano ne raccolgono il sangue». E per aggirare il codice penale italiano, il regista ha girato la scena in Tunisia, dimostrando così, secondo Codici, «spregio per le regole nazionali che gli avrebbero impedito l'uccisione effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato».
Il sottosegretario Martini: «Verificheremo come si sono verificati i fatti»
Una prima risposta delle istituzioni viene dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini che ha così commentato la vicenda: «Fatto gravissimo. Una produzione cinematografica italiana deve rispettare le regole vigenti nel proprio Stato, in Italia come obbligo giuridico e all’estero come obbligo morale. L’uccisione cruenta di animali è regolata e sanzionata da normative nazionali ed europee. Verificheremo come si sono svolti esattamente i fatti e se questi corrispondono ad una ipotesi di reato. In tal caso valuterò la possibilità di procedere».
La figlia di Endrigo: «Non avrei mai autorizzato il brano di mio padre»
«In qualità di figlia di Sergio Endrigo se avessi saputo che all’interno del film di Tornatore ci sarebbe stata una scena raccapricciante, quale l’uccisione inutile di un povero toro, non avrei mai dato l’autorizzazione all’utilizzo del brano di mio padre Era d’estate». Lo dice Claudia Endrigo, figlia del cantautore scomparso nel 2005, dopo la segnalazione della Lav in merito all’ultimo lavoro del regista siciliano. «Mio padre ed io - aggiunge - abbiamo sempre stimato e ammirato Giuseppe Tornatore, ma papà mi ha anche sempre trasmesso, insieme a mia madre, il massimo rispetto e amore per ogni essere vivente. Per questo - conclude - non andrò a vedere il film».
25/9/2009 - La Stampa
Fonte: www.lastampa.it/lazampa
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