venerdì 15 giugno 2012

MEDITARE PER ACCEDERE A INFORMAZIONI NASCOSTE






13/06/2012 - MEDITARE PER ACCEDERE A INFORMAZIONI NASCOSTE
 

Secondo uno studio con la meditazione si possono raggiungere aree del cervello che di solito non si utilizzano nel normale stato di coscienza

Potenza della meditazione. Se già numerosi studi hanno suggerito come la pratica meditativa possa essere efficace nel migliorare lo stato di benessere psico-fisico, oggi uno studio olandese indica che con questa pratica si possa addirittura raggiungere aree del cervello non utilizzate e sconosciute nel normale stato di coscienza. Zone in cui risiederebbero, tra gli altri, i cosiddetti messaggi subliminali che bypassano la coscienza vigile ma che possono avere una notevole influenza sui nostri comportamenti senza che ce ne rendiamo conto.

La questione "messaggi subliminali" era divenuta famosa qualche anno fa quando si era scatenata una vera e propria caccia al messaggio nascosto nelle pubblicità, nella musica di certi gruppi e cantanti, ma anche nei film e nei cartoni animati così come nei fumetti e altro ancora.
La maggioranza di questi messaggi – almeno quelli scoperti dai “cacciatori” – era a sfondo sessuale e si trovava spesso nelle pubblicità o in certi fumetti o cartoni animati come quelli della Disney (vedi “Il re leone” e “Bianca e Bernie”… basta cercare su Google). Per qualcuno tuttavia i peggiori messaggi erano quelli a sfondo “satanico” – in particolare quelli contenuti nelle canzoni o nelle immagini di certi gruppi musicali, soprattutto rock e heavy metal. Che sia vero o meno, i messaggi subliminali hanno da sempre affascinato gli studiosi. E così è avvenuto anche in questo caso.

La dottoressa Madelijn Strick e colleghi dell’Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, hanno reclutato 34 esperti meditatori che hanno poi suddiviso a caso in due distinti gruppi.
Gli appartenenti al primo gruppo avrebbero dovuto praticare la meditazione zen per 20 minuti sotto la guida di un maestro professionista; gli appartenenti al secondo gruppo, quale gruppo di controllo, avrebbero solamente dovuto rilassarsi, sempre per 20 minuti.

Poco prima della seconda fase dello studio, che prevedeva la risposta a 20 domande, i partecipanti sono stati sottoposti all’influenza di messaggi subliminali che contenevano la risposta esatta alle domande che appariva per soli 16 millisecondi su uno schermo di computer – una velocità che l’occhio umano non registra – e non vede – ma il cervello sì.
Le domande prevedevano risposte multiple tutte corrette di cui solo una era tuttavia la parola che i partecipanti dovevano scegliere, e che era quella apparsa sullo schermo come messaggio subliminale. Per esempio alla domanda: “Il nome di una delle quattro stagioni”, sullo schermo era apparso il messaggio subliminale “primavera”, riporta New Scientist, e questa era la risposta che avrebbero dovuto dare i partecipanti – sebbene fosse chiaro che rispondere “inverno” sarebbe stata una risposta corretta alla domanda. Ma questo non era lo scopo dello studio.

Al termine della seconda fase dello studio i ricercatori hanno valutato la correttezza delle risposte date dagli appartenenti ai due gruppi. I risultati hanno mostrato che quelli del gruppo “meditazione” hanno risposto in media con la parola subliminale nel 6,8 dei casi, a differenza del 4,9 dei casi per il gruppo di controllo.
Secondo la dottoressa Strick, questa differenza nel accedere alla fonte registrata in certe aree del cervello sta in ciò cui il cervello sta prestando attenzione e ciò di cui invece siamo consapevoli. Per si può ipotizzare che chi medita riesca ad attingere a ciò che il cervello ha registrato  – anche se noi non ne siamo consapevoli – rispetto a chi invece non medita. In sostanza, potremmo sapere meglio gestire gli input che ci provengono dall’esterno e di cui nella maggioranza dei casi non siamo coscienti. Un bel vantaggio, in certi casi.
[lm&sdp]

http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/medicina-naturale/articolo/lstp/458124/

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