Quanti si drovranno ancora suicidare prima di mettere sotto inchiesta le
banche?
05 aprile 2012
Recentemente nel nostro Paese stanno avvenendo fatti drammatici di gente
che, colta dalla disperazione e dallo sconforto, si toglie la vita. Tanti
suicidi, dei quali molti imprenditori medio-piccoli che di fronte alla crisi
hanno pensato di farla finita, spinti a ciò da problematiche finanziarie,
fiscali, dalla stretta creditizia ed a volte da discutibili indebitamenti
bancari.
La disperazione ha portato e porterà alla luce dei risvolti che in molti
sino ad oggi hanno fatto finta di non vedere, e voglio cercare di ragionare
analizzando fatti concreti per capire se quanto è avvenuto e sta avvenendo è
figlio di casualità, di anomalie di un sistema che funziona, o invece il
freddo risultato di un sistema che punta a trasferire ricchezza dai tanti
cittadini, ai pochi, gestori del potere.
Prendo lo spunto, per un utile confronto, della recente inchiesta della
Guardia di Finanza sull’aumento dei costi del carburante, per verificare se
dietro vi sia una normale crescita dei costi industriali oppure una pura
speculazione che porta all’arricchimento delle compagnie petrolifere. È
semplice capire che il controllo della filiera del prezzo porterà a fare
chiarezza in un settore nel quale pochi centesimi al litro di differenza
vogliono dire miliardi di euro di ricchezza trasferiti a favore delle grandi
lobby di potere.
Io mi occupo di banche ed il mercato creditizio, a differenza di quello
merceologico, è vincolato e tutelato da norme molto severe; il fine pubblico
del mercato creditizio non può sfuggire a nessuno, nemmeno a chi è colto da
interessate amnesie come il Presidente dell’Abi, il quale ha affermato che
le banche sono imprese private senza alcun interesse pubblico: evidentemente
distratto dai problemi della sua banca, dice cose fuori luogo.
Le principali accuse che vengono rivolte al sistema bancario sono legate
all’altissimo costo dei servizi stessi; i tassi di interesse o meglio il
costo del denaro con le varie commissioni, spese e le miriadi di costi
occulti, fanno sì che il credito raggiunga livelli inimmaginabili, che vanno
molto oltre quanto consentito dalla legge stessa.
Di fronte a queste accuse, o meglio di fronte al fine pubblico del mercato
creditizio affermato dall’art. 47 della Costituzione e ribadito dal quadro
normativo, che prevede delle aggravanti di reato se commesso nel contesto
dell’attività bancaria a danno delle imprese, qualcuno si è mai preso la
briga di controllare la fondatezza o meno delle innumerevoli denunce, legali
e non, nei confronti del sistema bancario? Si vuole verificare se le banche
operano nella legalità o no ?
Ciò è fondamentale.
Ricordo a me stesso che il costo del denaro ha dei tetti fissati dalla legge
(legge 108/96) oltre il quale si opera nell’illegalità.
Ragioniamo su dei dati concreti: nel 1997 le banche, rispetto al costo di
approvvigionamento del denaro (tasso euribor a tre mesi) potevano guadagnare
“solo” il 280% prima di oltrepassare il tasso di usura, nel 2005 tale delta
era arrivato al 644%, nel 2011 al 1.032% e, dopo il penultimo regalo fatto
alle banche con l’innalzamento dei tassi soglia, siamo al 1.241%. Questo è
avvenuto a causa dei vari governi e parlamenti che, non certo nell’interesse
dei cittadini, hanno provveduto ad innalzare il livello dei tassi soglia per
consentire alle banche di speculare ancor di più (è come innalzare per legge
i livelli di tolleranza di una sostanza tossica ben sapendo che è gravemente
nociva).
Ma anche se si è alzata in maniera incredibile la soglia dell’usura, e
conseguentemente anche i margini di guadagno “legalizzati”, ciò non è mai
stato sufficiente alla voracità del “sistema banche” in quanto hanno operato
ed operano tutt’ora con sistemi che, pensando di aggirare leggi chiarissime,
nascondono in maniera artificiosa i reali costi applicati alla clientela.
In questi anni grazie alla distrazioni di tutti, organi di vigilanza in
primis, le banche hanno operato in un mondo privo di controlli, violando
repentinamente la legge ed applicando con metodo voci nascoste come
commissioni e spese, le quali venivano illegalmente conteggiate al di fuori
del costo del denaro. Se si va a fare “una fotografia” di quanto realmente
costa il credito con una banale operazione di matematica ci si accorge che
un prestito di 10 mila euro può arrivare a costare per un anno oltre
2.500/3.000 euro, ovvero un costo del 25/30% che però, grazie a delle
formule di calcolo utilizzate dalle banche, costruite ad hoc, che escludono
delle voci, quindi modificando di fatto la formula prevista dalla legge,
diventa magicamente un “solo 10/12%”.
Qualcuno diceva che la matematica non è un’opinione, ma per le banche
evidentemente lo è.
Ma torniamo alla domanda iniziale: tutto ciò è legale? È consentito?
Secondo un’indagine della CGIA di Mestre il sistema delle imprese italiane
paga per servizi bancari circa 4 miliardi euro in più rispetto alle omologhe
tedesche e francesi. Tutti gli indicatori dei costi dei servizi bancari
mettono l’Italia al primo posto in Europa; di recente un dato pubblicato da
Banca d’Italia afferma che, rispetto alla precedente rilevazione, le banche
hanno incrementato il margine di interessi dallo 0,31% di ottobre allo 0,69%
di febbraio. Banca d’Italia, a commento di ciò, afferma che “allo sportello
c’è un problema di trasparenza nei rapporti tra banca e clientela” ma cosa
significa trasparenza in questo contesto, se non rispetto della legge che,
al contrario, è permanentemente violata? Tutto ciò è legale?
Questi sono fatti, come quelli evidenziati in una lettera che l’Autorità
Garante per la Concorrenza ed il Mercato invia il 16.04.10 a Banca d’Italia,
nella persona del direttore centrale, con la quale si comunica la
rilevazione, in determinate aree del Paese tra le quali la Regione Calabria,
di tassi superiori al 20%. Si tratta brutalmente della constatazione di un
reato in quanto il tasso soglia del periodo era intorno al 13%, ma pur
davanti a tale rilevazione, chi ha fatto qualcosa? Siccome siamo in presenza
di un reato chi ha provveduto, visti gli obblighi, a segnalare ciò alle
autorità competenti e che cosa ha fatto Banca d’Italia a seguito di tale
forte comunicazione?
Ribadisco la mia domanda iniziale: siamo sicuri che tutto ciò sia legale?
Certamente io con documenti alla mano sono in condizione di rispondere, ma
mi voglio limitare solo a richiamare alcuni fatti:
a) il nucleo della Polizia tributaria di Matera con una nota del 24/04/09
afferma che i software delle banche sono manipolati.
b) L’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato con diverse indagini
(IC36, IC45) attesta che il mercato creditizio in Italia è controllato da un
cartello che priva il mercato dalla libera concorrenza.
c) Banca d’Italia richiama le banche in diverse occasioni e con note
pubbliche ad essere oneste e “rispettare la legge”.
d) Vi sono verbali di assemblee di importanti banche in cui i soci parlano
di bilanci falsi e di usura.
e) Vi è un dipartimento riservato all’interno dell’Abi, il Dipo
(dipartimento perdite operative), che analizza le perdite delle banche il
quale, dall’analisi dei dati trasmessi dai diversi istituti di credito,
evidenzia che la fonte principale di perdite operative, pari ad 1,44
miliardi di euro, è dovuta ai comportamenti messi in atto con “un intento di
frodare, aggirare la regolamentazione o infrangere la legge o le policy
aziendali” a danno dei clienti ed a vantaggio della banca.
Questi fatti, insieme alle centinaia di migliaia di denunce presentate nelle
Procure italiane, non sono forse sufficienti ad avviare una seria indagine
per accertare se il comportamento delle banche è rispettoso delle leggi,
peraltro molto chiare?
Si può verificare, nel nome dell’eguaglianza di fronte alla legge, se le
banche sono un’associazione a delinquere oppure un’organizzazione seria che
opera nel rispetto delle leggi, come tutti ci auguriamo?
Quanta gente deve ancora morire prima di arrivare a conoscere la verità?
Purtroppo oggi il potere bancario, come confermato dagli scandali quotidiani
che ormai da tempo si susseguono, è il soggetto che detiene e gestisce la
governance del paese ed è intoccabile al punto che, di fronte alle
violazioni che stanno emergendo nei tribunali, le lobby bancarie stanno
provvedendo a far modificare le leggi e rendere impuniti i loro reati.
Capisco quindi che difficilmente agli organi preposti, magistrati e
vigilanza, gli verrà consentito di indagare su tali fatti, ma ciò è
corretto?
Forse una verità prima è meglio delle rivoluzioni degli “indignados” poi; si
risparmiano morti e disperati.
Autore: Antonino De Masi
Fonte: liberoreporter.eu
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Inoltro messaggio importante di Italo Choni Dorje
Ho appena finito di registrare un audio parecchio importante...
NON riguarda direttamente la spiritualita' o la meditazione;
al tempo stesso, si tratta di tematiche di cui, in quanto cittadini
di questo mondo, dobbiamo occuparci.
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ECCO L'AUDIO IN CUI RACCONTO TUTTA LA STORIA:
http://clicks.aweber.com/y/ct/?l=Kalta&m=JGyGGbCojOk.Wj&b=sq.Xib3LgGUACLfhAfFrdA
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Per favore, scarica e ascolta questo audio mp3 e fallo ascoltare
anche ad altre persone: si tratta di informazioni importanti,
attuali e inedite.
In questo audio, ti parlero' di un piano, in corso di svolgimento,
per arrestare 10.000 membri di una organizzazione criminale
internazionale, che controlla e domina il mondo intero da almeno
100 anni.
Ti parlero' delle origini di questo piano e delle fonti da cui traggo
queste informazioni.
Ti parlero' del motivo per cui queste informazioni sono state
rilasciate, appena 4 giorni fa.
Ti parlero' della sequenza di eventi che potrebbe portare all'arresto
di migliaia di persone che da decenni compiono crimini contro
l'umanita'.
Soprattutto, ti parlero' - IN POSITIVO, non solo "in negativo"! -
di quei valori che dovrebbero UNIFICARCI e ISPIRARCI nella
costruzione di un mondo migliore:
Liberta', Felicita' e Responsabilita'.
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