L’esercizio fisico regolare protegge il muscolo cardiaco nelle persone
anziane e lo preserva in condizioni anche migliori rispetto a quelle delle
persone giovani e sane ma sedentarie. Di che altro incoraggiamento avete
bisogno per mettervi a fare un po’ di sport? Dal meeting annuale
dell’American College of Cardiology in corso a New Orleans arrivano notizie
incoraggianti e a volte sorprendenti su quello che può contribuire a
preservare la salute del cuore.
Le dimensioni del muscolo cardiaco raggiungono il picco in gioventù e poi
diminuiscono man mano che si invecchia esponendo al rischio di disturbi
cardiaci e anche di infarto. Ma uno studio presentato al meeting di New
Orleans dimostra che se ci si mantiene in esercizio in maniera costante nel
corso degli anni si può preservare l’elasticità muscolare (del cuore) della
giovinezza. I risultati della ricerca spingono i cardiologi a ripensare alle
definizioni di normalità e anormalità riferite alla massa muscolare delle
persone sane.
Nelle persone sedentarie la massa del cuore diminuisce progressivamente con
il passare dei decenni, mentre nelle persone anziane che hanno svolto
attività fisica regolarmente (6 o 7 giorni alla settimana) per tutta la loro
vita adulta la massa muscolare del cuore non solo si è mantenuta stabile ma
è anzi aumentata e si presenta in molti casi maggiore perfino rispetto a
quella dei giovani tra i 25 e i 34 anni.
“I dati suggeriscono”, spiega Benjamin Levine, autore principale dello
studio, ”che se riusciamo a identificare persone di meta età, tra i 45 e i
60 anni, e a convincerle a fare esercizio per 4 o 5 volte a settimana,
possiamo andare molto lontano nella prevenzione dei principali disturbi
cardiaci, incluso l’infarto”.
Altre ricerche presentate al meeting dell’American College of Cardiology
riguardano l’effetto positivo dello yoga sulle aritmie cardiache e, a
sorpresa, i benefici del digiuno. Per quanto riguarda lo yoga
dall’Univesrità del Kansas arrivano i risultati di uno studio secondo il
quale una pratica rigorosa di questa disciplina può aiutare a ridurre gli
episodi di irregolarità del battito cardiaco e migliorare i sintomi di ansia
e depressione spesso associati con la fibrillazione atriale, un comune tipo
di aritmia cardiaca.
“E’ risaputo che la pratica dello yoga migliora molti fattori di rischio per
le malattie cardiache, inclusa la pressione alta, il colesterolo alto,
l’indurimento delle arterie, lo stress e la risposta infiammatoria”, spiega
Dhanunjaya Lakkireddy, direttore del centro di eccellenza per la
fibrillazione atriale dell’ospedale dell’Università del Kansas, che ha
condotto lo studio. Ora la sua ricerca ha dimostrato che rispetto allo
svolgimento di qualunque altra attività fisica, gli esercizi di
respirazione, le posizioni yoga e la meditazione, svolti sotto la direzione
di un esperto per 3 volte alla settimana, sono in grado di diminuire
sensibilmente la frequenza degli episodi di fibrillazione atriale nei
pazienti che ne soffrono.
E per concludere veniamo al digiuno. Che sia dettato da rituali religiosi o
auto-imposto per il rush finale prima della prova costume, difficilmente si
trova un medico disposto a parlare bene di questa pratica, che anzi è spesso
definita pericolosa. Non da Benjamin D. Horne, direttore del dipartimento di
epidemiologia cardiovascolare e genetica presso l’Intermountain Medical
Center Heart Institute, autore principale di una ricerca che ha scoperto che
periodici digiuni sono in grado di ridurre diversi fattori di rischio
cardiaco, come i trigliceridi, il peso e il livello degli zuccheri nel
sangue.
La ricerca ha registrato le reazioni dei meccanismi biologici del corpo
durante il digiuno. Sia il colesterolo “cattivo” (LDL-C) dei partecipanti
sia quello “buono” (HDL-C) aumentavano rispettivamente del 14 e del 6 per
cento. “Il digiuno causa fame o stress”, spiega Horne. “Per reazione, il
corpo rilascia più colesterolo, permettendogli di utilizzare il grasso come
fonte di energia invece del glucosio. Questo fa diminuire il numero di
cellule di grasso nel sangue e con meno cellule di grasso è meno probabile
incorrere nell’insulino-resistenza e nel diabete”.
Lo studio conferma anche i risultati di ricerche precedenti sugli effetti
del digiuno sull’ormone della crescita (HGH). Questo ha tra le altre
funzioni, quella di proteggere la massa muscolare magra e l’equilibrio
metabolico, reazioni promosse e accelerate dal digiuno. Durante un digiuno
di 24 ore, l’ormone della crescita è aumentato in media del 1.300 per cento
nelle donne e del 2.000 per cento negli uomini...
marta.buonadonna - blog.panorama.it
Lunedì 4 Aprile 2011
PER INFO SU DIGIUNI http://www.apnu.net/IL%20DIGIUNO.htm
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