Succede in Thailandia: un'iniziativa davvero particolare, dai fini sociali e culturali
E’ una cosa che si sa’ da un po’ di tempo, gli elefanti hanno coscenza di se’. Si riconoscono allo specchio. Se potessero parlare, probabilmente direbbero cose molto sagge o molto disincantate.L’elefante è un bravo artista, capace di rappresentarsi. Con tela (o carta), colore e pennelli.
Ogni animale dovrebbe essere rispettato per quello che è, indipendentemente dal fatto che possieda o meno qualità strabilianti agli occhi umani. È pur vero che la nascita dell'etologia, insieme agli studi più recenti che indagano le menti animali, ha rivelato e rafforzato l'ipotesi che anche gli animali sono in grado di elaborare pensieri e comportamenti complessi rendendo il confine uomo-animale molto labile. Per esempio, la capacità di fare arte, nel senso di provare piacere nel creare qualcosa di nuovo e avere un senso estetico, è una prerogativa unica della nostra specie? Gli studi a riguardo non sono numerosi e come si può immaginare abbastanza controversi. Una coppia di artisti russi, Komar e Melamid, ha pensato di sperimentare "sul campo", insegnando agli elefanti asiatici a dipingere. Dopo aver visto nel 1995 un elefante esibirsi in uno zoo degli Stati Uniti, nell'Ohio, hanno pensato di fare lo stesso con gli elefanti in Asia, fondando l'Aeacp, Asian elephant art & conservation project, al momento operativa in Cambogia, Indonesia e Thailandia.
Arte solidale
L'idea può sembrare bislacca, ma se viene vista come una "scusa" per attirare l'attenzione sui gravi problemi che affliggono molti di quei paesi assume un rilievo anche sociale e culturale, oltre che etologico. Solo in Thailandia gli elefanti addomesticati sono diminuiti drasticamente di numero in pochissimi anni, da 11mila a 3mila. La deforestazione ha ridotto le aree dove gli elefanti possono vivere liberamente e di conseguenza anche il mercato del legno, che un tempo impiegava migliaia di animali insieme ai rispettivi mahouts (le persone che se ne prendono cura).
Così attraverso la vendita dei dipinti realizzati dagli elefanti (per altro bellissimi e che nulla hanno da invidiare a quelli di alcuni artisti contemporanei) è possibile ricavare denaro sufficiente per garantire agli elefanti il cibo e le cure veterinarie necessarie, e un piccolo stipendio per i mahouts. Queste persone, infatti, a causa dell'estrema povertà in cui vivono, sono costretti ad abbandonare le zone rurali per recarsi nelle grandi città, come Bangkok, per racimolare qualche spicciolo addestrando gli elefanti a chiedere l'elemosina ai turisti. Un quadro (è il caso di dirlo) molto triste, che a lungo andare crea anche un impoverimento culturale, dovendosi queste persone allontanare dalle proprie famiglie e tradizioni.
Stile elefante
La proboscide degli elefanti ha ben 150mila muscoli, tutto il nostro corpo solo 639! Così la proboscide diventa uno strumento di precisione, che, unito alla loro proverbiale intelligenza, consente agli elefanti di impugnare un pennello, appositamente modificato per loro, e creare suggestive tele. Ogni elefante ha il proprio stile ed è facile riconoscere l'autore dalle sue opere: chi traccia lunghe pennellate, chi macchie, chi puntini, chi tende a coprire tutto il foglio, chi a concentrarsi nella parte centrale. Ad alcuni piace dipingere e possono farlo anche per un'ora, ad altri piace meno e si dedicano a questa attività solo per qualche minuto. Quando si stancano è molto chiaro, perché buttano via il pennello e si allontanano dalla tela. Alcuni individui preferiscono usare lo stesso colore, altri consegnano il pennello "all'insegnante" per averne uno diverso.
È difficile giudicare se questa attività sia dignitosa o meno per gli animali, di sicuro al momento rappresenta un modo concreto per aiutare gli elefanti, far conoscere i loro problemi e far comprendere la complessità delle loro menti.
L'idea può sembrare bislacca, ma se viene vista come una "scusa" per attirare l'attenzione sui gravi problemi che affliggono molti di quei paesi assume un rilievo anche sociale e culturale, oltre che etologico. Solo in Thailandia gli elefanti addomesticati sono diminuiti drasticamente di numero in pochissimi anni, da 11mila a 3mila. La deforestazione ha ridotto le aree dove gli elefanti possono vivere liberamente e di conseguenza anche il mercato del legno, che un tempo impiegava migliaia di animali insieme ai rispettivi mahouts (le persone che se ne prendono cura).
Così attraverso la vendita dei dipinti realizzati dagli elefanti (per altro bellissimi e che nulla hanno da invidiare a quelli di alcuni artisti contemporanei) è possibile ricavare denaro sufficiente per garantire agli elefanti il cibo e le cure veterinarie necessarie, e un piccolo stipendio per i mahouts. Queste persone, infatti, a causa dell'estrema povertà in cui vivono, sono costretti ad abbandonare le zone rurali per recarsi nelle grandi città, come Bangkok, per racimolare qualche spicciolo addestrando gli elefanti a chiedere l'elemosina ai turisti. Un quadro (è il caso di dirlo) molto triste, che a lungo andare crea anche un impoverimento culturale, dovendosi queste persone allontanare dalle proprie famiglie e tradizioni.
Stile elefante
La proboscide degli elefanti ha ben 150mila muscoli, tutto il nostro corpo solo 639! Così la proboscide diventa uno strumento di precisione, che, unito alla loro proverbiale intelligenza, consente agli elefanti di impugnare un pennello, appositamente modificato per loro, e creare suggestive tele. Ogni elefante ha il proprio stile ed è facile riconoscere l'autore dalle sue opere: chi traccia lunghe pennellate, chi macchie, chi puntini, chi tende a coprire tutto il foglio, chi a concentrarsi nella parte centrale. Ad alcuni piace dipingere e possono farlo anche per un'ora, ad altri piace meno e si dedicano a questa attività solo per qualche minuto. Quando si stancano è molto chiaro, perché buttano via il pennello e si allontanano dalla tela. Alcuni individui preferiscono usare lo stesso colore, altri consegnano il pennello "all'insegnante" per averne uno diverso.
È difficile giudicare se questa attività sia dignitosa o meno per gli animali, di sicuro al momento rappresenta un modo concreto per aiutare gli elefanti, far conoscere i loro problemi e far comprendere la complessità delle loro menti.
SOLIDARIETA'
Dipinti on-line
L'Aeacp è un'organizzazione no-profit, che si dedica alla salvaguardia degli elefanti asiatici. Il suo scopo è quello di raccogliere fondi attraverso donazioni e la vendita dei dipinti eseguiti dagli elefanti. Il denaro raccolto contribuisce a garantire il cibo, le cure veterinarie necessarie agli animali e dare uno stipendio alle persone che se ne prendono cura, oltre che aiutare le associazioni che si occupano dei pochi elefanti rimasti allo stato selvaggio. I dipinti sono stati esposti in musei di tutto il mondo: Stati Uniti, Australia, Giappone, riscuotendo un grande successo di pubblico e critica.
I dipinti hanno un costo che varia a seconda delle dimensioni e dell'opera, ma si aggira intorno ai 400 euro. Si possono acquistare on line sul sito www.elephantart.com
Info: David Ferris, project director Asian elephant art & conservation project, e-mail:dferris@elephantart.com
Dipinti on-line
L'Aeacp è un'organizzazione no-profit, che si dedica alla salvaguardia degli elefanti asiatici. Il suo scopo è quello di raccogliere fondi attraverso donazioni e la vendita dei dipinti eseguiti dagli elefanti. Il denaro raccolto contribuisce a garantire il cibo, le cure veterinarie necessarie agli animali e dare uno stipendio alle persone che se ne prendono cura, oltre che aiutare le associazioni che si occupano dei pochi elefanti rimasti allo stato selvaggio. I dipinti sono stati esposti in musei di tutto il mondo: Stati Uniti, Australia, Giappone, riscuotendo un grande successo di pubblico e critica.
I dipinti hanno un costo che varia a seconda delle dimensioni e dell'opera, ma si aggira intorno ai 400 euro. Si possono acquistare on line sul sito www.elephantart.com
Info: David Ferris, project director Asian elephant art & conservation project, e-mail:dferris@elephantart.com
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