Tante le storie sul modello Aristogatti. Lo svela un sondaggio di Aidaa: i 4 zampe, sono potenziali beneficiari di qualcosa come 35 miliardi di euro. Basta devolvere i propri averi, tramite testamento, alle associazioni o a un tutore che se ne occupano.
"Un cane è come un figlio", si dice spesso quando si possiede un fedele amico a 4 zampe. Ma mai come in questo caso, l'amore verso Fido o qualche altro animaletto, si manifesta oltre la vita. C'è chi decide di lasciare tutta, o parte della propria eredità a chi si occuperà del proprio amico peloso. L'ultima storia è quella di Manuela Gabellieri, che ha disposto in un testamento, che alla sua morte, la casa di Piombino (Livorno), in cui viveva, fosse donata agli amati mici.
La signora Gabellieri viveva con un gatto, e prima di andarsi a curare aveva chiesto alla comunità felina locale se poteva occuparsene. Poi, le sue condizioni di salute sono peggiorate, fino a precipitare, e ha lasciato un testamento olografo: qui indicava di far ereditare il suo piccolo appartamento all'amministrazione comunale, e ha specificato che i proventi della vendita dovessero essere assegnati al sostentamento delle colonie feline. Il Comune ha accettato, e una parte dei proventi è stata assegnata anche agli amici a 4 zampe del canile locale.
E come la signora Manuela, molti italiani sarebbero disposti a lasciare i loro beni all'amicoche ha diviso con loro gioie e dolori: sono in aumento le storie sul modello della fiaba di Walt Disney 'Aristogatti', dove la micia Duchessa, con i suoi tre piccoli Minou, Matisse e Bizet, furono nominati eredi di un sostanzioso patrimonio da una eccentrica attrice parigina. Una storia fiabesca che sta diventando sempre più realtà: è il caso del ricco signore milanese che nel testamento ha vincolato al soriano Michele, una delle sue proprietà immobiliari: un attico in via Nazionale a Roma, del valore di un milione di euro.
L'erede a 4 zampe, ha subito attirato le attenzioni dei parenti del ricco defunto, che hanno ingaggiato una battaglia per assicurarsi l'affidamento del soriano, adottato nel frattempo da un'altra fortunatissima famiglia. E se nel nostro Paese ammonta a 10 milioni il numero dei possessori di animali domestici, da un sondaggio dell'Associazione italiana difesa animali e ambiente Aidaa, rivolto ad un campione di 3mila famiglie, risulta che il 20% vorrebbe lasciare dei soldi per il mantenimento e per garantire una vita dignitosa dopo la loro dipartita a Fido o Micio, mettendo nel testamento delle quote destinate alle associazioni che si occupano della gestione degli animali, o a tutori e privati che se ne facciano carico.
"In particolare - racconta il presidente dell'Aidaa Lorenzo Croce - il 6% degli intervistati sarebbe intenzionata a lasciare tutta o parte dell'eredità a coloro che si prenderanno cura degli animali domestici, anche se poi in realtà questo tipo di testamento è molto meno diffuso di quanto si dichiari, perché alla fine rispetto al cane o al gatto di casa si privilegiano i figli, i parenti e gli amici". Sempre secondo questo sondaggio il 43% degli intervistati ha pensato almeno una volta di lasciare tutto in eredità al cane o al gatto di casa, mentre per 31%, non ha alcun senso anche solamente pensare di lasciare la propria eredità a chi si impegna a prendersi cura del proprio 'figlio' a 4 zampe.
Ma in media, quanto si vorrebbe lasciare alle associazioni che si prendono carico di questo impegno? "Alla domanda relativa alla quota media che si vorrebbe destinare tramite testamento - spiega Croce - la maggioranza degli intervistati ha pensato ad una cifra attorno ai 15mila euro mentre il 3% devolverebbe tutta la sua eredità, molto spesso cospicua. Il 30% ha dichiarato di non voler dare un solo centesimo. La quota media da destinare agli animali è invece risultata essere di circa 35mila euro". "E se questo dato viene proiettato ipoteticamente sul totale delle famiglie che possiedono animali allo stato attuale, l'ammontare di quanto destinato dai padroncini in sede di testamento a favore di Fido, si aggira attorno ai 35 miliardi di euro. Mentre sono circa 2 milioni e mezzo quelli che lascerebbero soldi per il mantenimento dei propri amici pelosi alle associazioni animaliste".
Il presidente dell'Aidaa, tuttavia tiene a precisare che "si tratta di un sondaggio che deve essere preso con tutte le riserve del caso. Sicuramente però, dà un quadro dell’amore diffuso per i propri animali domestici a volte anche a scapito dei figli o dei parenti. Tra gli intervistati che donerebbero tutto il proprio patrimonio per il benessere degli animali solamente un quarto è composto da persone sole o senza eredi diretti. Noi come Aidaa - conclude - forti del fatto che non possiamo accettare donazioni di alcun genere a livello testamentario, abbiamo da diverso tempo attivato il servizio di consulenza per i testamenti a favore di chi si occupa di animali. Perchè in Italia, non è possibile lasciare direttamente le proprie sostanze agli amici a 4 zampe, ma solo a chi si prende cura di loro".
Ma tra lo scetticismo di chi pensa che lasciare l'eredità a un cane abbia dell'assurdo, spuntano come funghi le storie di chi ha trasformato la propria riconoscenza verso Fido in gesto estremo: chi non ricorda Maria Assunta, la ricca signora romana che lo scorso anno ha deciso di lasciare ville, terreni e ogni bene, (per un valore di dieci milioni di euro) a Tommasino, il suo adorato gatto, o meglio, all'associazione di volontariato che accettasse di prendersene cura.
Al ricco Tommasino, fa sicuramente concorrenza il londinese Tinker, che ha ereditato circa 750mila euro. Un gruzzoletto non male, considerate le sette vite attribuite alla razza felina. L'Aristogatto milionario all'ombra del Big Ben, Tommasino, e tutti i ricchi ereditieri a 4 zampe, forse non capiranno mai di essere stati baciati dalla fortuna. Ma sentendo queste storie non si può fare a meno di pensare agli imprevisti risvolti della solitudine umana. L'amore che si riceve, del resto, non ha prezzo.
Valentina Marsella (30/09/2010)
MA LEGGENDO QUESTA STORIA SI CAPISCE PERCHE' !! A VOLTE GLI ANIMALI SONO MIGLIORI DEGLI UMANI
"Un cane è come un figlio", si dice spesso quando si possiede un fedele amico a 4 zampe. Ma mai come in questo caso, l'amore verso Fido o qualche altro animaletto, si manifesta oltre la vita. C'è chi decide di lasciare tutta, o parte della propria eredità a chi si occuperà del proprio amico peloso. L'ultima storia è quella di Manuela Gabellieri, che ha disposto in un testamento, che alla sua morte, la casa di Piombino (Livorno), in cui viveva, fosse donata agli amati mici.
La signora Gabellieri viveva con un gatto, e prima di andarsi a curare aveva chiesto alla comunità felina locale se poteva occuparsene. Poi, le sue condizioni di salute sono peggiorate, fino a precipitare, e ha lasciato un testamento olografo: qui indicava di far ereditare il suo piccolo appartamento all'amministrazione comunale, e ha specificato che i proventi della vendita dovessero essere assegnati al sostentamento delle colonie feline. Il Comune ha accettato, e una parte dei proventi è stata assegnata anche agli amici a 4 zampe del canile locale.
E come la signora Manuela, molti italiani sarebbero disposti a lasciare i loro beni all'amicoche ha diviso con loro gioie e dolori: sono in aumento le storie sul modello della fiaba di Walt Disney 'Aristogatti', dove la micia Duchessa, con i suoi tre piccoli Minou, Matisse e Bizet, furono nominati eredi di un sostanzioso patrimonio da una eccentrica attrice parigina. Una storia fiabesca che sta diventando sempre più realtà: è il caso del ricco signore milanese che nel testamento ha vincolato al soriano Michele, una delle sue proprietà immobiliari: un attico in via Nazionale a Roma, del valore di un milione di euro.
L'erede a 4 zampe, ha subito attirato le attenzioni dei parenti del ricco defunto, che hanno ingaggiato una battaglia per assicurarsi l'affidamento del soriano, adottato nel frattempo da un'altra fortunatissima famiglia. E se nel nostro Paese ammonta a 10 milioni il numero dei possessori di animali domestici, da un sondaggio dell'Associazione italiana difesa animali e ambiente Aidaa, rivolto ad un campione di 3mila famiglie, risulta che il 20% vorrebbe lasciare dei soldi per il mantenimento e per garantire una vita dignitosa dopo la loro dipartita a Fido o Micio, mettendo nel testamento delle quote destinate alle associazioni che si occupano della gestione degli animali, o a tutori e privati che se ne facciano carico.
"In particolare - racconta il presidente dell'Aidaa Lorenzo Croce - il 6% degli intervistati sarebbe intenzionata a lasciare tutta o parte dell'eredità a coloro che si prenderanno cura degli animali domestici, anche se poi in realtà questo tipo di testamento è molto meno diffuso di quanto si dichiari, perché alla fine rispetto al cane o al gatto di casa si privilegiano i figli, i parenti e gli amici". Sempre secondo questo sondaggio il 43% degli intervistati ha pensato almeno una volta di lasciare tutto in eredità al cane o al gatto di casa, mentre per 31%, non ha alcun senso anche solamente pensare di lasciare la propria eredità a chi si impegna a prendersi cura del proprio 'figlio' a 4 zampe.
Ma in media, quanto si vorrebbe lasciare alle associazioni che si prendono carico di questo impegno? "Alla domanda relativa alla quota media che si vorrebbe destinare tramite testamento - spiega Croce - la maggioranza degli intervistati ha pensato ad una cifra attorno ai 15mila euro mentre il 3% devolverebbe tutta la sua eredità, molto spesso cospicua. Il 30% ha dichiarato di non voler dare un solo centesimo. La quota media da destinare agli animali è invece risultata essere di circa 35mila euro". "E se questo dato viene proiettato ipoteticamente sul totale delle famiglie che possiedono animali allo stato attuale, l'ammontare di quanto destinato dai padroncini in sede di testamento a favore di Fido, si aggira attorno ai 35 miliardi di euro. Mentre sono circa 2 milioni e mezzo quelli che lascerebbero soldi per il mantenimento dei propri amici pelosi alle associazioni animaliste".
Il presidente dell'Aidaa, tuttavia tiene a precisare che "si tratta di un sondaggio che deve essere preso con tutte le riserve del caso. Sicuramente però, dà un quadro dell’amore diffuso per i propri animali domestici a volte anche a scapito dei figli o dei parenti. Tra gli intervistati che donerebbero tutto il proprio patrimonio per il benessere degli animali solamente un quarto è composto da persone sole o senza eredi diretti. Noi come Aidaa - conclude - forti del fatto che non possiamo accettare donazioni di alcun genere a livello testamentario, abbiamo da diverso tempo attivato il servizio di consulenza per i testamenti a favore di chi si occupa di animali. Perchè in Italia, non è possibile lasciare direttamente le proprie sostanze agli amici a 4 zampe, ma solo a chi si prende cura di loro".
Ma tra lo scetticismo di chi pensa che lasciare l'eredità a un cane abbia dell'assurdo, spuntano come funghi le storie di chi ha trasformato la propria riconoscenza verso Fido in gesto estremo: chi non ricorda Maria Assunta, la ricca signora romana che lo scorso anno ha deciso di lasciare ville, terreni e ogni bene, (per un valore di dieci milioni di euro) a Tommasino, il suo adorato gatto, o meglio, all'associazione di volontariato che accettasse di prendersene cura.
Al ricco Tommasino, fa sicuramente concorrenza il londinese Tinker, che ha ereditato circa 750mila euro. Un gruzzoletto non male, considerate le sette vite attribuite alla razza felina. L'Aristogatto milionario all'ombra del Big Ben, Tommasino, e tutti i ricchi ereditieri a 4 zampe, forse non capiranno mai di essere stati baciati dalla fortuna. Ma sentendo queste storie non si può fare a meno di pensare agli imprevisti risvolti della solitudine umana. L'amore che si riceve, del resto, non ha prezzo.
Valentina Marsella (30/09/2010)
MA LEGGENDO QUESTA STORIA SI CAPISCE PERCHE' !! A VOLTE GLI ANIMALI SONO MIGLIORI DEGLI UMANI
Vi ricordate ANGELO, il piccolo paralizzato per il quale grazie a tutti Voi Lamento Rumeno Onlus ha potuto contribuire alle spese veterinarie?Vi prego di leggere quanto scrive il Dott. Offer Zeira che ha curato Angelo affinche' questa storia, esempio di infinito amore, puro ed incondizionato, possa esserci di incoraggiamento GrazieLaura PontiniLamento Rumeno OnlusCari amici,
La maggior parte di voi sa che in linea di massima cerco di evitare l'uso della rete per divulgare notizie clamorose.
Questa volta mi sento il dovere di raccontarvi una storia straordinaria per 2 motivi principali: perché in 25 anni di lavoro con i cani non ho mai visto una cosa del genere e perché credo che tutti voi, come amici fedeli dei cani, avete il diritto di conoscerla.
Angelo è un cane meticcio, maschio, nero focato, sui 20kg, che come tanti altri cani di nessuno, è arrivato dall'estremo sud grazie al buon cuore di alcune persone.
Completamento paralizzato agli arti posteriori per un'ernia discale di vecchia data, Angelo è stato operato e sottoposto a fisioterapia. Per la mia sorpresa, molto lentamente e fra mille difficoltà (è molto diffidente, teme gli uomini e tende ad aggredirli), Angelo ha ripreso a camminare. Ma non è questa la parte più interessante.
Durante il suo ricovero, ormai capace di camminare, Angelo tendeva a mantenere la distanza da altri nostri pazienti.
Un giorno è stato portato da noi Simba, un Golden Retriever, maschio di circa 6 anni, in stato epilettico. Questi pazienti presentano una crisi epilettica continua che, se non bloccate rapidamente, spesso finisce con la morte. Dopo un periodo iniziale, in cui Simba veniva tenuto sotto profonda sedazione per calmare la crisi, abbiamo iniziato a riportarlo lentamente allo stato cosciente.
Una mattina, per la nostra sorpresa, abbiamo trovato Angelo, ormai libero per le stanze dei medici, sdraiato accanto a Simba, annusandolo. Ma le sorprese non sono finite qui.
Nelle prossime ore e poi giorni, abbiamo notato come Angelo inizia ad abbaiare e piangere poco prima di ogni crisi epilettica di Simba (poco controllate nonostante i molti farmaci che assumeva). Li faceva da monitor vivente, quando iniziava ad abbaiare sapevamo di dover correre da Simba per iniettarli il sedativo. Così Angelo, il trovatello paralizzato, davanti ai nostri occhi increduli, è diventato il guardiano di Simba, il cane semi-incosciente.
Dopo qualche giorno, vista la nostra impossibilita di aiutare Simba, abbiamo deciso di mettere fine alla sua agonia. Quando ci siamo avvicinati per iniettare l'anestetico, Angelo ci ha fissato con uno sguardo piuttosto minaccioso. Dopo qualche tentativo siamo riusciti nella nostra triste e ingrata missione e Simba ha cessato di soffrire. Non sappiamo cosa passava nella testa di Angelo in quei momenti ma certamente lui capiva che il suo amico stava per essere portato via. Con una mossa decisa ha messo la sua zampa su quella di Simba, come fanno i cani che si arrabbiano quando cerchi di portarli via un osso. In quel momento un nostro collega ha scattato la foto allegata.
I giorni seguenti Angelo è rimasto sdraiato sul pavimento allo stesso punto dove giaceva prima Simba.
Davanti a questi incredibili eventi, I proprietari di Simba hanno deciso di adottare Angelo.
Tutto qui. Questa volta, contro ogni probabilità, un cane paralizzato di nessuno è tornato a camminare e trovato la sua famiglia.
Divulgate questa storia. Per tutti quei cani di nessuno.
La maggior parte di voi sa che in linea di massima cerco di evitare l'uso della rete per divulgare notizie clamorose.
Questa volta mi sento il dovere di raccontarvi una storia straordinaria per 2 motivi principali: perché in 25 anni di lavoro con i cani non ho mai visto una cosa del genere e perché credo che tutti voi, come amici fedeli dei cani, avete il diritto di conoscerla.
Angelo è un cane meticcio, maschio, nero focato, sui 20kg, che come tanti altri cani di nessuno, è arrivato dall'estremo sud grazie al buon cuore di alcune persone.
Completamento paralizzato agli arti posteriori per un'ernia discale di vecchia data, Angelo è stato operato e sottoposto a fisioterapia. Per la mia sorpresa, molto lentamente e fra mille difficoltà (è molto diffidente, teme gli uomini e tende ad aggredirli), Angelo ha ripreso a camminare. Ma non è questa la parte più interessante.
Durante il suo ricovero, ormai capace di camminare, Angelo tendeva a mantenere la distanza da altri nostri pazienti.
Un giorno è stato portato da noi Simba, un Golden Retriever, maschio di circa 6 anni, in stato epilettico. Questi pazienti presentano una crisi epilettica continua che, se non bloccate rapidamente, spesso finisce con la morte. Dopo un periodo iniziale, in cui Simba veniva tenuto sotto profonda sedazione per calmare la crisi, abbiamo iniziato a riportarlo lentamente allo stato cosciente.
Una mattina, per la nostra sorpresa, abbiamo trovato Angelo, ormai libero per le stanze dei medici, sdraiato accanto a Simba, annusandolo. Ma le sorprese non sono finite qui.
Nelle prossime ore e poi giorni, abbiamo notato come Angelo inizia ad abbaiare e piangere poco prima di ogni crisi epilettica di Simba (poco controllate nonostante i molti farmaci che assumeva). Li faceva da monitor vivente, quando iniziava ad abbaiare sapevamo di dover correre da Simba per iniettarli il sedativo. Così Angelo, il trovatello paralizzato, davanti ai nostri occhi increduli, è diventato il guardiano di Simba, il cane semi-incosciente.
Dopo qualche giorno, vista la nostra impossibilita di aiutare Simba, abbiamo deciso di mettere fine alla sua agonia. Quando ci siamo avvicinati per iniettare l'anestetico, Angelo ci ha fissato con uno sguardo piuttosto minaccioso. Dopo qualche tentativo siamo riusciti nella nostra triste e ingrata missione e Simba ha cessato di soffrire. Non sappiamo cosa passava nella testa di Angelo in quei momenti ma certamente lui capiva che il suo amico stava per essere portato via. Con una mossa decisa ha messo la sua zampa su quella di Simba, come fanno i cani che si arrabbiano quando cerchi di portarli via un osso. In quel momento un nostro collega ha scattato la foto allegata.
I giorni seguenti Angelo è rimasto sdraiato sul pavimento allo stesso punto dove giaceva prima Simba.
Davanti a questi incredibili eventi, I proprietari di Simba hanno deciso di adottare Angelo.
Tutto qui. Questa volta, contro ogni probabilità, un cane paralizzato di nessuno è tornato a camminare e trovato la sua famiglia.
Divulgate questa storia. Per tutti quei cani di nessuno.
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